La reazione della Bce tanto attesa dai mercati è finalmente arrivata. Per rispondere al rallentamento dell’economia, la Banca centrale europea ha deciso di agire su un doppio binario: rinvio del rialzo dei tassi e, soprattutto, nuova ondata di prestiti Tltro alle banche dell’Eurozona. Le decisioni di oggi sono state prese dal Consiglio direttivo “all’unanimità – ha riferito il presidente Mario Draghi al termine della riunione – E questo è notevole, data la complessità del pacchetto”.
VIA ALLA TERZA EDIZIONE DEI PRESTITI TLTRO
Il provvedimento più auspicato dagli investitori era il secondo, perché garantirà agli istituti di credito una nuova iniezione di liquidità a basso costo, obbligandoli a utilizzare le risorse fresche per sostenere l’economia reale. La prima tornata di prestiti andrà in scena a settembre 2019 e l’ultima nel marzo 2021. Questa terza serie di Tltro riguarderà rifinanziamenti con scadenza a 2 anni.
I nuovi prestiti alle banche “contribuiranno a preservare condizioni favorevoli del credito e l’ordinata trasmissione della politica monetaria”, ha spiegato la Bce. Esiste però un tetto all’erogazione dei fondi: “Le controparti potranno ottenere finanziamenti per un importo pari a fino il 30% dello stock di prestiti idonei al 28 febbraio 2019, con tasso indicizzato al tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali per la durata di ciascuna operazione”.
TASSI D’INTERESSE: LA RISALITA SLITTA
Per quanto riguarda i tassi d’interesse, non solo la Bce li ha confermati ai minimi storici (zero sulle principali operazioni di rifinanziamento, 0,25% sui rifinanziamenti marginali e -0,40% sui depositi), ma ha anche spostato in avanti la data della prima possibile stretta monetaria da luglio 2019 a fine anno.
QE: TITOLI RINNOVATI ANCORA PER LUNGO TEMPO
Infine, la Bce ha confermato che continuerà a rinnovare “integralmente” i titoli acquistati nell’ambito del Quantitative easing (chiuso a fine 2018) che progressivamente giungono a scadenza. L’operazione andrà avanti “per un prolungato periodo di tempo” anche dopo la data in cui inizieranno a risalire i tassi d’interesse e in ogni caso “finché sarà necessario – spiega l’Eurotower – per mantenere un ampio grado di accomodamento monetario”.
DRAGHI: NOTEVOLE MODERAZIONE DELLA CRESCITA CHE SI TRASCINERÀ NELL’ANNO
I segnali più recenti hanno indicato “una notevole moderazione dell’economia, che si estenderà nell’anno”, ha detto Draghi nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo. “Il persistere dell’incertezza sulle politiche, le spinte di protezionismo commerciale e le vulnerabilità nei Paesi emergenti hanno intaccato il clima di fiducia – ha aggiunto – L’area euro sta attraversando un periodo di continua debolezza e incertezza pervasiva”.
TAGLIATE LE STIME SU PIL E INFLAZIONE NELL’EUROZONA
A dimostrazione di tutto questo, la Bce tagliato pesantemente le previsioni sulla crescita economica dell’area euro: ora per il 2019 stima un +1,1%, per il 2020 un +1,6% e per il 2021 un +1,5%. Lo scorso dicembre le stime erano, rispettivamente, +1,7%, +1,7% e +1,5%.
DRAGHI ALL’ITALIA: ATTENZIONE AL BILANCIO
Con riferimento implicito all’Italia, ma non solo, Draghi ha detto che i Paesi dell’area euro “con elevati debiti devono continuare a ripristinare margini di bilancio”, mentre tutti gli Stati devono puntare a “una composizione dei Bilanci più favorevole alla crescita”.
Gli indici europei – e in particolare il settore bancario – hanno chiuso in ribasso dopo l’intervento della Bce, considerando evidentemente le nuove misure di liquidità meno vantaggiose delle precedenti per tasso e durata. In calo anche l’euro.
Aggiornato alle 16,30 di giovedì 7 marzo 2019