Nel corso degli ultimi mesi si sono intensificati i rischi al ribasso per l’economia mondiale “in un contesto di minaccia e di effettivo aumento delle tariffe commerciali da parte degli Stati Uniti e di possibili ritorsioni da parte dei paesi interessati”. E’ quanto rileva la Bce nel bollettino economico diffuso questa mattina. “Nel complesso – si legge nel documento – se venissero implementate tutte le misure annunciate, il livello medio dei dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti raggiungerebbe valori mai osservati negli ultimi 50 anni. Tali sviluppi costituiscono un grave rischio per le prospettive dell’attivita’ e del commercio mondiali a breve e medio termine”. La Bce ricorda come la prima ondata di dazi imposti dagli Stati Uniti sulle importazioni dalla Cina e’ entrata in vigore il 6 luglio e, “per il futuro, sono previste ulteriori misure”.
“Di conseguenza – continua il bollettino – le autorita’ cinesi hanno annunciato ritorsioni. Contemporaneamente, sono state attuate contromisure da parte dell’Unione europea e del Canada in risposta alle tariffe doganali precedentemente imposte sull’acciaio e sull’alluminio. Il governo statunitense ha inoltre avviato una nuova indagine sull’importazione di autovetture e di parti di ricambio che, qualora sfociasse nell’attuazione di misure protezionistiche, potrebbe ripercuotersi in particolare su Canada, Giappone, Messico e Corea del Sud, nonche’ sulle principali economie dell’Unione europea. La complessita’ delle catene di approvvigionamento potrebbe amplificare ulteriormente gli effetti avversi del protezionismo sull’economia mondiale”.