“Gli ultimi dati macroeconomici indicano che la ripresa dei contagi e la conseguente introduzione delle misure di lockdown hanno determinato una probabile contrazione nel quarto trimestre e probabilmente peseranno anche sul primo trimestre del 2021”. Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, in conferenza stampa a Francoforte, precisando che comunque lo scenario è “in larga misura in linea con le previsioni” dello staff Bce pubblicate a dicembre. Le Borse europee hanno accolto le parole dell’Eurotower in netta frenata rispetto all’entusiasmo del giorno precedente. Un cambio di clima dopo lìInauguration Day di Joe Biden e Kamala Harris.
La seconda ondata di contagi rappresenta un nuovo rischio al ribasso per l’outlook, di conseguenza, secondo la numero uno dell’Eurotower, “sia dal punto di vista monetario che da quello delle politiche di Bilancio bisogna continuare ad essere accomodanti”, ha continuato la presidente, ribadendo che sulle misure di bilancio si raccomandano provvedimenti che siano il più possibile mirati e temporanei.
Lagarde ha sottolineato poi che l’inizio della campagna di vaccinazione è “una pietra miliare” verso la soluzione della crisi, ma anche che al momento permane un clima di incertezza, soprattutto perché “la variante brasiliana del Covid potrebbe richiedere nuove restrizioni all’attività“.
Per queste ragioni, “restiamo pronti ad adeguare tutti i nostri strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione si avvicini stabilmente al livello perseguito, in linea con il nostro impegno alla simmetria – ha detto ancora la numero uno della Banca centrale europea – Monitoriamo molto attentamente i tassi di cambio, perché sappiamo che hanno un impatto sui prezzi”. Secondo i tecnici della Bce, l’inflazione dovrebbe tornare a crescere nei prossimi mesi grazie anche alla fine dello sconto sull’Iva in Germania, ma le attese di fondo dell’inflazione rimangono moderate.
In questo scenario, il Consiglio direttivo di Francoforte rimarca il ruolo chiave del Next Generation Eu e sottolinea l’importanza che diventi operativo il prima possibile, ha ricordato ancora Lagarde, invitando gli Stati membri ad accelerare il processo di ratifica, a completare i loro piani di ripresa e resilienza e a impiegare i fondi per la spesa pubblica produttiva.
Per quanto riguarda la politica monetaria, la Bce conferma tutte le misure in vigore. L’istituto centrale mantiene a 1.850 miliardi di euro la dotazione del programma di acquisto titoli Pepp, aumentato di 500 miliardi a dicembre e prorogato “almeno fine marzo 2022”. Lagarde ha spiegato che non sarà necessario esaurire tutta la dotazione del Pepp “se le condizioni di finanziamento favorevoli possono essere mantenute mediante flussi di acquisti di attività” inferiori alle previsioni. Allo stesso tempo, “la dotazione può essere ricalibrata”, cioè ulteriormente aumentata, “se richiesto, per preservare condizioni di finanziamento favorevoli”.
Confermato fino a fine 2023, poi, il periodo di tempo entro il quale la Bce reinvestirà il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del Pepp. Il Consiglio direttivo ha anche riaffermato che la successiva e futura riduzione del portafoglio del Pepp “sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria”.
Anche gli acquisti relativi al quantitative easing originario sono confermati al ritmo di 20 miliardi al mese.
Infine, la Bce ha confermato tutti i livelli dei tassi di interesse: zero sulle operazioni principali di rifinanziamento, 0,25% sulle operazioni marginali e meno 0,50% sui depositi presso di essa delle banche commerciali.