I tassi di interesse dell’area euro restano al minimo storico dello 0,25 per cento. Lo ha deciso la Banca centrale europea, in linea con le attese prevalenti dopo che i segnali di miglioramento giunti dall’economia hanno allentato le pressioni per un taglio dei tassi, che invece erano legate dalla persistente bassa inflazione. Nell’area euro il caro vita è allo 0,8 per cento, e così ben lontano dall’obiettivo ufficiale della Bce che punta ad una inflazione inferiore ma vicina al 2 per cento sul medio termine.
Ma a più ripresa l’istituzione ha rilevato che le generali attese del pubblico sulla dinamica dei prezzi restano “saldamente ancorate” ai valori auspicati. Inoltre ieri le indagini sulle imprese hanno indicato una accelerazione dell’attività economica a febbraio, con valori sui massimi da quasi tre anni,. Un rafforzamemto della crescita attenua i timori sulla bassa inflazione. Eurostat poi ha appena confermato il miglioramento della crescita sul finale del 2013, con un più 0,3 per cento del Pil.
Oltre alle decisioni sui tassi, dal direttorio erano attesi anche possibili provvedimenti sulle liquidità o a carattere straordinario. Per eventuali annunci in tal senso ora l’attenzione si sposta sulla conferenza stampa del presidente Mario Draghi alle 14 e 30, che illustrerà anche le nuove previsioni su crescita economica e prezzi dei tecnici di Francoforte.
In precedenza anche il direttorio della Banca d’Inghilterra aveva confermato i tassi di interesse fermi al minimo storico dello 0,50 per cento sulla sterlina.