Negli ultimi trimestri i bond delle società non finanziarie “hanno continuato a concentrarsi in pochi Paesi, segnatamente Francia, Italia e Germania, dove questi collocamenti hanno dato prova di un dinamismo di gran lunga maggiore rispetto ai prestiti bancari”. Lo scrive la Bce in uno studio contenuto nel Bollettino mensile di aprile.
Sebbene le emissioni nette di titoli di debito continuino a essere vigorose, scrive ancora la Bce, il flusso complessivo di finanziamento esterno verso le imprese nell’area dell’euro “resta debole”. In tutti i Paesi, sottolinea la Bce, “l’accesso ai mercati dei titoli di debito è, in larga misura, limitato alle imprese di grandi dimensioni”.
Inoltre, la quota di finanziamento esterno delle imprese è ancora bassa, pur essendo aumentata rispetto agli inizi del 2000. Le consistenze di titoli di debito emessi direttamente dalle imprese “risultavano di fatto di poco inferiori al 4% delle passività totali di queste società nel terzo trimestre del 2013, mentre nel primo trimestre del 2000 si collocavano lievemente al di sopra del2%”.
In Austria, Finlandia, Portogallo e Francia “la quota di titoli di debito emessi direttamente dalle imprese sul totale delle loro passività era significativamente superiore a quella media dell’area dell’euro, collocandosi fra il 6,5% el’8,5% nel terzo trimestre del 2013. Anche in Lussemburgo e in Italia questa stessa quota, cresciuta negli ultimi sei anni, si è portata leggermente o marginalmente al di sopra di quella media dell’area”.
In conclusione, la predominanza dei flussi di collocamento di debito “è riconducibile a emittenti dei Paesi meno interessati dalle tensioni finanziarie e a grandi imprese con rating elevato”.