L’occhio di Francoforte scruta nei conti di 130 banche europee, di cui 15 italiane. La Banca centrale europea ha annunciato l’imminente avvio di un’approfondita procedura di analisi dei maggiori istituti di credito dell’Eurozona, che complessivamente rappresentano l’85% del settore. L’operazione è stata organizzata in vista del ruolo di autorità di vigilanza centralizzata che la Bce dovrà assumere. L’analisi inizierà a novembre e durerà 12 mesi. Le autorità di vigilanza nazionali saranno chiamate a collaborare, insieme a terze parti indipendenti.
Ecco la lista delle banche italiane coinvolte:
– Banca Carige
– Monte dei Paschi di Siena
– Banca Piccolo Credito Valtellinese
– Banca Popolare Dell’Emilia Romagna
– Banca Popolare Di Milano
– Banca Popolare di Sondrio
– Banca Popolare di Vicenza
– Banco Popolare
– Credito Emiliano
– Iccrea Holding
– Intesa Sanpaolo
– Mediobanca
– UniCredit
– Unione Di Banche Italiane
– Veneto Banca.
L’indagine è divisa in tre parti: analisi qualitativa e quantitativa dei rischi di liquidità, di finanziamento e di ricorso alla leva finanziaria presenti nei bilanci degli istituti di credito; valutazione sulla qualità degli specifici attivi posseduti (Asset quality review), che accrescerà la trasparenza sulla loro esposizione ai vari segmenti di mercato a rischio, in particolare relativamente ai prestiti in sofferenza; nuovo stress test da condurre insieme all’Eba, per il quale sarà chiesto di rispettare una soglia minima di patrimonializzazione prudenziale (Common Equity Tier 1) pari all’8% degli attivi totali.
Tutta questa procedura serve in primo luogo a evitare che la Bce possa ritrovarsi a dover gestire brutte sorprese quando assumerà il ruolo di vigilante centrale sulle banche. Con “la trasparenza come obiettivo primario, ci attendiamo che si rafforzi la fiducia del settore privato verso la solidità delle banche europee”, ha detto Mario Draghi.