Niente dividendi fino al 2021. La Banca Centrale Europea torna a rivolgersi alle banche europee e proroga fino a gennaio del 2021 la raccomandazione di non staccare cedole agli azionisti, insieme a quella di non effettuare buyback e di evitare di corrispondere ai vertici bonus troppo generosi. La richiesta arriva ancora una volta dalla Vigilanza della Bce guidata dall’italiano Andrea Enria.
DIVIDENDI: LO STOP DI MARZO
Lo scorso 27 marzo, con una decisione talmente inedita da lasciare a bocca aperta il mercato, Francoforte aveva raccomandato alle banche di sospendere l’erogazione dei dividendi per gli anni finanziari 2019 e 2020 almeno fino al 1° ottobre 2020. Scopo dell’iniziativa, aveva spiegato Enria, era quello di rafforzare la capacità del comparto bancario di assorbire perdite e sostenere l’erogazione del credito alle famiglie, alle Pmi e alle aziende durante la pandemia del coronavirus. Una richiesta immediatamente accolta da quasi tutte le banche europee che in pochi giorni hanno sospeso l’erogazione di quasi 30 miliardi di euro di cedole. I dividendi non distribuiti, aveva evidenziato la Bce, rappresentano “circa l’1,8% del patrimonio netto e il 35% degli utili totali” degli istituti bancari.
DIVIDENDI: LA NUOVA RACCOMANDAZIONE DELLA BCE
Sono passati quattro mesi dalla prima raccomandazione e la Bce ha deciso di chiedere alle banche, ma soprattutto ai loro azionisti, ulteriori prudenza e pazienza. Le richieste arrivate oggi, 28 luglio, sono simili alle precedenti: “adottare una estrema moderazione” nell’erogare bonus ai vertici “per preservare il capitale durante la crisi”, evitare operazioni di riacquisto titoli e non staccare dividendi almeno fino a gennaio 2021 (la precedente richiesta si fermava a ottobre 2020).
La decisione “non è stata presa alla leggera”, ha spiegato il capo della Supervisione Bancaria Enria ammettendo di essere “consapevole delle preoccupazioni avanzate dagli investitori”. “Preferiamo essere prudenti oggi piuttosto che avere rimpianti domani qualora le condizioni economiche generali dovessero peggiorare ulteriormente”.
L’Eurotower precisa quindi che questa raccomandazione “resta temporanea ed eccezionale e punta a mantenere la capacità delle banche di assorbire le perdite e a sostenere l’economia in uno scenario di eccezionale incertezza” che “rende difficile per le banche avere visibilità sul proprio capitale”.
Secondo le ultime analisi effettuate da Francoforte infatti il “livello di capitale nel sistema potrebbe diminuire significativamente se si dovesse materializzare uno scenario grave. In una simulazione sugli effetti che il Covid 19 potrebbe avere sull’industria bancaria vengono mostrati due diversi scenari. Nello scenario base (PIL -8,7%), il Cet1 di sistema potrebbe ridursi dell’1,9%, scendendo dal 14,5 al 12,6%, nello scenario più grave (PIL -12,6%) l’impatto sul Cet1 sarebbe del 5,7%, un tracollo che porterebbe il dato dal 14,5 all’8,8%. Dato che l’eventualità che si realizzi lo scenario peggiore non possono ancora essere scongiurate, la Banca Centrale europea ha deciso di emettere un nuovo invito alla prudenza, precisando che la raccomandazione sarà rivista nel quarto trimestre del 2020. Se tutto andrà per il meglio, “le banche con posizioni patrimoniali sostenibili potranno prendere in considerazione la possibilità di riprendere i pagamenti dei dividendi”.
LA RISPOSTA DELLE BANCHE ITALIANE
La prima banca italiana a rispondere presente è Unicredit che, tramite una nota del 29 luglio fa sapere che “a seguito della raccomandazione della Bce del 28 luglio 2020, UniCredit conferma che non pagherà dividendi e non effettuerà riacquisti di azioni proprie nel 2020”.
BANKITALIA
Come accaduto a marzo, poche ore dopo l’arrivo della raccomandazione della Bce, la Banca d’Italia ha diramato una nota con la quale recepisce la richiesta di Francoforte estendendola alle banche meno significative e alle SIM soggette alle regole del pacchetto CRR/CRD IV.
Ultimo aggiornamento: ore 11.06 di mercoledì 29 luglio.