La Banca d’Italia sferza le capigruppo che si candidano ad aggregare le banche di credito cooperativo (Bcc) secondo quanto previsto dalla riforma Renzi. I gruppi nazionali o regionali di Bcc saranno probabilmente tre: l’Iccrea che fa capo a Federcasse, la Cassa Centrale Banca, guidata dalle Bcc trentine e del Nordest, e la Raiffeisen Banca centrale della provincia di Bolzano.
A loro la Banca d’Italia ha chiesto di accelerare il processo di aggregazione e di presentare i piani entro il mese di gennaio, chiarendo in primo luogo come intendano affrontare e risolvere il problema della patrimonializzazione e cioè garantire un patrimonio di gruppo che, secondo la nuova legge, deve ammontare ad almeno un miliardo di euro. Sotto questo profilo Iccrea non ha problemi, avendo un patrimonio di 1,7 miliardi mentre deve ancora scoprire le carte la Cassa Centrale Banca, che dichiara di avere in tasca 103 pre-adesioni (ultima,a sorpresa, quella di ChiantiBanca, inizialmente orientata alla way out) ma che deve reperire in tempi brevi 600 milioni per dar vita al secondo gruppo.
La Banca d’Italia ricorda anche che le capigruppo non potranno scegliere le Bcc a loro discrezione ma dovranno accettare tutte quelle che, dopo la loro assemblea di bilancio, faranno richiesta di adesione, comprese quelle in difficoltà. E questo non è un problema da poco.