Messa a punto del piano industriale entro fine anno, definizione del contratto di coesione che dovrà essere sottoscritto dalle Bcc aderenti e lancio dell’aumento di capitale da 600 milioni entro marzo 2017, per poi arrivare a giugno pronti a presentare l’istanza autorizzativa alle autorità competenti.
Questo il calendario per il lancio concreto di Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano, il progetto che punta a trasformare l’istituto trentino di secondo livello nella seconda holding capogruppo delle Bcc italiane, alternativa a quella organizzata dalla federazione nazionale Federcasse attorno a Iccrea Banca e che è stato presentato oggi al convegno di Verona, al quale hanno preso parte 160 Bcc di tutta Italia.
L’aumento di capitale, insieme ad altre operazioni di razionalizzazione della struttura del gruppo, porterà la holding ad avere a regime un patrimonio di circa 1,4 miliardi e quindi superiore alla soglia del miliardo fissata dalla legge di riforma del settore.
“Condividiamo tutti e con onestà di intenti che l’unità del movimento è un grande valore. Allo stesso tempo ci siamo sentiti la responsabilità di affermare con coraggio che l’unità non può essere a qualsiasi costo”. Questo quanto dichiarato dal presidente di Cassa Centrale Banca, Giorgio Fracalossi, spiegando la decisione di presentare un progetto che punta a creare, nell’ambito della riforma delle Bcc, una holding capogruppo alternativa a quella organizzata dalla Federazione nazionale Federcasse attorno a Iccrea Banca. “Abbiamo cercato di individuare una via comune per l’intero movimento e in tutto questo tempo non sono mancati i momenti di confronto, anche forte, per arrivare alla soluzione unitaria – ricorda Fracalossi – Soluzione unitaria che pero’ non abbiamo trovato”.
Fracalossi ha inoltre chiesto al presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, di riconoscere “pari dignità” al progetto di Cassa Centrale, auspicando che “il concetto di inclusione non venga confuso con quello di incorporazione”. “Questo, ci tengo a sottolineare – ha proseguito – non confligge con l’unita’ del sistema inteso in senso associativo, che deve rimanere la “casa comune””. Per Cassa Centrale, tuttavia, e’ arrivato “il momento delle scelte non più rinviabili”.
“L’idea di fare fin da subito un gruppo unico” che riunisca tutte le Bcc italiane “secondo me è velleitaria”, ha affermato Carlo Salvatori, presidente di Lazard Italia “Io ho sempre detto che le Bcc italiane hanno due denominatori comuni, il territorio e la tecnologia, e che nel Paese ci sono Bcc di diverso tipo”, ha ricordato Salvatori. “Qui c’e’ un gruppo – ha concluso, riferendosi al progetto promosso da Cassa Centrale – che può stare benissimo tra i 2-3 che secondo me nasceranno”.