La Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci prosegue con decisione nel suo percorso di partecipazione convinta e collaborativa nel costituendo gruppo cooperativo promosso da Cassa Centrale Banca. Del resto, nel recente meeting organizzato dalla stessa Cassa Centrale lo scorso 27 settembre a Milano, i vertici della capogruppo hanno confermato che i lavori di creazione del gruppo bancario stanno procedendo in maniera spedita, in timing perfetto rispetto alla tabella di marcia che prevede la partenza del gruppo a luglio 2018, data che a questo punto dovrebbe essere rispettata.
Nel corso del convegno, molto apprezzati sono stati gli interventi degli esponenti di Banca d’Italia, tra i quali Ciro Vacca (capo del servizio supervisione Bancaria 1, che ha come riferimento le banche significant che verranno vigilate da Bce). A ridimensionare definitivamente le speranze dei pochi nostalgici del “gruppo unico “, troppe volte sostenuto da chi poco conosce il mondo del Credito Cooperativo o da chi invece pensa più alla propria poltrona che al bene della cooperazione di credito, sono stati proprio gli interventi della Vigilanza Nazionale dai quali è emerso chiaramente come la stessa abbia ormai metabolizzato il fatto che i gruppi bancari cooperativi saranno due (tre se si considera quello provinciale di Bolzano): quindi Cassa Centrale – come ribadito negli interventi del Presidente Fracalossi e del Direttore Sartori – si appresta a diventare la capogruppo di un pool di 110 banche, che a regime diventerà l’ottavo gruppo bancario italiano con una dotazione patrimoniale che ha ormai superato il miliardo di euro, di cui 700 milioni di free capital.
Un altro passaggio del Meeting di Milano molto apprezzato è stato quello dell’illustrazione di alcuni indici di bilancio aggregati delle banche che hanno aderito al gruppo di Cassa Centrale: da questa analisi la BCC di Castagneto ne esce molto bene, presentando in alcuni casi valori molto migliori rispetto alla media del gruppo, come ad esempio l’incidenza dei crediti deteriorati sul totale degli impieghi (10,9% contro il 19,1% medio del gruppo) o il cost income (64% contro il 71% medio).
Risulta invece inferiore alla media il CET1 ratio (13% contro il 17% medio del gruppo) anche se sull’argomento va precisato che il livello di CET1 ratio – che rappresenta l’indicatore ormai universalmente utilizzato per misurare il livello di patrimonializzazione delle banche – dovrebbe in realtà essere letto congiuntamente a quello della crescita degli impieghi e dell’attivo in generale: la nostra banca ha avuto negli ultimi anni una crescita degli impieghi alla clientela molto elevata; in ogni caso, il patrimonio rimane superiore ai livelli medi del sistema bancario ed è perfettamente in grado di supportare la crescita della banca anche negli anni a venire.
L’ottimo posizionamento della Bcc di Castagneto è infine dimostrato dai risultati finali dell’analisi risk based, cioè il modello elaborato da Cassa Centrale che suddivide le banche in 4 classi in base alla rischiosità: i dati mostrati al Meeting di Milano evidenziano come la BCC di Castagneto si colloca in fascia 1 – la migliore – nella quale si posizionano solo 23 banche sulle 110 che costituiranno il gruppo; si tratta di un aspetto di assoluta importanza, perché il posizionamento nelle fasce migliori equivale ad una maggiore autonomia che verrà concessa alla banca a seguito della partenza del gruppo: infatti, uno dei caposaldi della riforma del credito cooperativo è rappresentato appunto dal concetto che l’autonomia di ogni singola BCC deve essere inversamente proporzionale al proprio rischio.
Questi confortanti risultati della Banca sono stati confermati anche dal bilancio al 30 giugno, chiuso con dati di tutto rispetto: nell’ultimo anno gli impieghi a clientela sono cresciuti in un anno di ben 87 milioni e la raccolta diretta di 100 milioni, i crediti deteriorati si attestano, come già ricordato, poco sopra il 10% e con un tasso di copertura complessivo superiore al 43%; l’utile netto infrannuale si attesta a 2,1 milioni di euro, a testimonianza della consolidata capacità della Banca di produrre reddito.
Ricordo infine che la Bcc di Castagneto è attesa nei prossimi mesi da una serie di eventi molto importanti, tutti legati alla riforma delle Banche di Credito Cooperativo: nel corso dell’autunno verrà aperta una filiale a Pisa, prima tappa dell’espansione verso il nord ovest della Toscana, zona non presidiata da altre Bcc del gruppo trentino di Cassa Centrale Banca a cui la Bcc di Castagneto ha deciso di aderire.
Dopodiché, nel mese di febbraio 2018 è previsto il cambio di sistema informativo, con l’abbandono di quello fornito da Cabel Industry in favore di quello di Phoenix, sistema che verrà adottato da tutte le banche del nascituro gruppo, permettendo loro di essere uniformi da questo punto di vista. Il passaggio di sistema informativo sarà preceduto da una specifica ed accurata formazione erogata a tutto il personale dipendente della banca, al fine di minimizzare gli impatti derivanti dal suddetto passaggio. Infine, nella primavera del 2018 è in programma l’Asset Quality Review, vale a dire un’analisi rigorosa e approfondita che verrà condotta dalla Banca Centrale Europea sulla qualità degli attivi delle banche del gruppo; questa attività si concluderà verosimilmente poco prima della partenza del gruppo bancario, prevista come ricordato nel mese di luglio del 2018.
Si tratta di passaggi delicati e importanti, ma ai quali la Bcc di Castagneto si sta avvicinando con la consapevolezza che la riforma delle Banche di Credito Cooperativo può davvero trasformarsi da una possibile minaccia (per la perdita di autonomia in favore della capogruppo) in una grande opportunità, grazie al supporto che il gruppo potrà garantire in termini patrimoniali, di consulenza strategica e di servizi offerti, permettendo quindi alle banche virtuose come la Bcc di Castagneto di continuare nel percorso di crescita con nuove e maggiori prospettive rispetto al passato.
L’autore è il Direttore Generale della Bcc di Castagneto Carducci.