L’Assemblea generale dei soci della Bcc di Cambiano, che si è svolta a Castelfiorentino con la partecipazione al voto di 1283 su 3213 soci, ha approvato all’unanimità il bilancio 2015, che si è chiuso con un utile netto di 5 milioni di euro rispetto ai 4,9 dello scorso anno e un risultato complessivo al lordo delle imposte di 6,4 milioni a fronte di 8,3 milioni dell’anno precedente.
La raccolta complessiva ha raggiunto la cifra di 2.526 milioni di euro, con una crescita del 6,25% rispetto all’anno precedente, mentre a livello nazionale ha subito una flessione dello 0,55% (fonte ABI), mentre il comparto del Credito Cooperativo ha visto una crescita della provvista da clientela dello 0,3% ; gli impieghi economici ammontano a 1.987 milioni di euro, con una crescita del 4,03%, mentre a livello nazionale è del -0,20% (fonte ABI) e l’insieme delle BCC dell’1,1%.
Ma l’importanza dell’assemblea, la prima dopo la riforma delle Bcc, era legata soprattutto alle scelte per il futuro e si è pronunciata votando il “way out” dal futuro gruppo unico delle Bcc con un atto di indirizzo, che sarà deliberato in assemblea straordinaria, e la trasformazione in Spa. Veicolo della trasformazione sarà la Banca Agci, società per azioni legata all’omonima centrale cooperativa e al Gruppo Cabel. Una volta presentato, entro il 14 giugno, e ottenuta l’autorizzazione della Banca d’Italia, verranno approntati gli atti per la trasformazione. Ai soci e’ stato sottolineato che la Banca di Cambiano non cambierà nome (sarà Banca Cambiano 1884 Spa), dove nome e anno di costituzione rappresentano un marchio, un brand che da più di centotrent’anni ha una reputazione di affidabilità, solidita’ e trasparenza.
Fondata nel 1884, la Banca di Cambiano è secondo la recente indagine di Mediobanca, la prima banca di credito cooperativo della Toscana per attivo tangibile e la quarta in assoluto in Italia, con la differenza fondamentale che le prime tre si sono sviluppate attraverso fusioni, mentre la Banca di Cambiano è cresciuta, e si consolida sempre più, esclusivamente con forze proprie e per linee interne.
Le ultime filiali aperte a Pistoia, Figline Valdarno, San Giovanni Valdarno e Firenze, a Villa Fagan e, ancor più recentemente a Sesto Fiorentino e a Greve, cui seguirà Quarrata, testimoniano la crescita esponenziale della Bcc di Cambiano negli ultimi sedici anni. Una crescita armonica e costante: nel 2000 aveva 18 sportelli e con l’esercizio 2015 si attesta a 38, in controtendenza rispetto al dato regionale che ha visto nell’ultimo quinquennio una riduzione di sportelli: dai 2.557 nel 2009 ai 2.297 nel 2014, con una flessione di oltre il 10% in Toscana. I nuovi investimenti nel territorio sono finalizzati a dare nuovi strumenti e opportunità di crescita all’economia locale, e mettere a disposizione di famiglie e imprese i servizi di una Banca radicata da 132 anni nel territorio e vicina alle loro esigenze.
Il CONTESTO
Il Presidente della Bcc di Cambiano, Paolo Regini, ha così introdotto l’assemblea: “Anche il 2015 si è concluso, un altro anno, il nono, di una crisi senza precedenti che sta mettendo a dura prova il tessuto produttivo e finanziario italiano. Un anno in cui sono state introdotte anche ulteriori e più stringenti regole di matrice europea che hanno interessato molti settori compreso quello bancario. Ormai assuefatti alla valanga normativa che da anni si abbatte sulle banche, con il 2015 abbiamo avuto due eventi straordinari: il default di quattro banche italiane e l’introduzione del Single Resolution Mechanism (SRM), più conosciuto per la componente del bail-in. Due aspetti che hanno profondamente influenzato la percezione del Sistema Bancario Nazionale da parte del pubblico ed il fondamentale rapporto di fiducia con clientela, soprattutto perché la tendenza è generalizzare.
Nonostante l’anno così difficile, la nostra Banca ha potuto tuttavia confermare risultati positivi ha detto il Presidente Paolo Regini, forte della credibilità e legittimazione sociale riconosciutale dalla clientela a fronte di serietà, trasparenza e correttezza massima riscontrata nell’agire di sempre.
Il risultato economico si attesta a 5 milioni di euro, pur a fronte dell’assorbimento di oneri imprevedibili per euro 4.874.644,69, quale concorso della Banca per fronteggiare la crisi delle ormai note Banca Etruria, Banca Marche, Cassa Risparmio Ferrara e Cassa Risparmio Chieti, oltre ad alcune BCC come ad esempio, per citare solo le più importanti, la Bcc Alta Padovana, la Bcc Romagna Cooperativa. Il risultato raggiunto si qualifica ancora più positivamente in quanto, oltre all’aver sostenuto l’onere predetto, è stato conseguito in un contesto economico e finanziario estremamente difficile, dove le imprese operano fra mille difficoltà e rischio aggravato che si riflettono nei bilanci delle banche che sono parte integrante del sistema e ne condividono il rischio di credito che ne deriva e questo non può essere letto su base idiosincratica, o comunque non lo può essere in via esclusiva a fronte di gestioni oneste e corrette, ben diverse dalla mala gestio.
Se vogliamo ricercare aspetti positivi, è da notare che comunque la crisi sembra essere in fase recessiva anche se, rilevando che la crescita del PIL dello 0,8% a fine 2015 rappresenta un piccolo segno positivo dopo molti anni di pesanti segni negativi e anche se non consente di immaginare robuste riprese, è comunque un dato significativo da monitorare e sostenere. Di ben altra entità infatti dovrebbe essere la crescita per avere effetti significativamente concreti nel quotidiano delle famiglie e delle imprese. Di fatto possiamo prevedere che il 2016 si muoverà sulla falsariga di quanto osservato già nel 2015, con un ciclo nelle economie avanzate trainato dai consumi delle famiglie, ma non sufficiente ancora per innescare a livello internazionale una accelerazione degli investimenti nella maggior parte delle economie.
Nel nostro Paese si sta nel frattempo consolidando, e non possiamo non coglierla, una stagione di rilevanti riforme che, insieme a fattori esterni favorevoli quali il basso prezzo del petrolio e la politica monetaria espansiva, potrà comunque costituire una base solida per sostenere il rilancio dello sviluppo. In ambito bancario sono da rimarcare l’importante riforma avvenuta per le Banche Popolari e quella delle banche di credito cooperativo. Si tratta in entrambi i casi di una svolta epocale”.
IL BILANCIO – Il Direttore generale della Bcc di Cambiano Francesco Bosio è entrato nel dettaglio del bilancio della banca sottolineando “che pur nella criticità descritta del Presidente, l’esercizio 2015 si è chiuso con un utile netto di 5 milioni di euro rispetto ai 4,9 dello scorso anno. Il risultato complessivo al lordo delle imposte ha pertanto segnato 6,4 milioni a fronte di 8,3 milioni dell’anno precedente. Detratte infine le imposte sul reddito per 1,5 milioni, si è determinato un utile netto dell’esercizio di 4,9 milioni, rispetto ai 4,8 milioni di quello precedente, +2,08% è la variazione in termini percentuali.
L’ATTIVITA’ – L’attività della Banca, ha detto ancora Regini, nel 2015 ha proseguito la realizzazione di progetti a forte impatto organizzativo, finalizzati a migliorare e razionalizzare l’efficacia e l’efficienza operativa sia dei processi di business verso la clientela, sia dei processi interni a supporto. Sono stati interessati molteplici ambiti progettuali, con l’obiettivo da un lato di continuare nel costante miglioramento della struttura della Banca, dall’altro di mantenere l’assetto organizzativo aziendale costantemente allineato al recepimento effettivo delle nuove disposizioni normative.
L’INNOVAZIONE – In ambito operativo la Banca concentra l’attività di innovazione nell’ambito di nuovi prodotti e canali distributivi e nell’aggiornamento tecnologico tramite il supporto delle società Cabel.
Come dato rilevante è da segnalare che lo scorso 22 marzo è stato sottoscritto un accordo di collaborazione tra la nostra partecipata Cabel ed Oracle, leader mondiale degli applicativi informatici. Oracle e Cabel interagiranno per “localizzare” la piattaforma FLEXCUBE facendone il sistema più innovativo e performante per il mercato italiano dei servizi finanziari. La nuova soluzione aiuterà le banche a migliorare il processo di commercializzazione di nuovi prodotti e servizi rispondendo alle specifiche innovazioni normative di settore, in specie nazionali, ed alle innovazioni di prodotto sul mercato locale”.
IL CREDITO – “Sempre considerata l’attuale e prolungata fase di difficoltà economica e finanziaria, ha detto Bosio, la Banca ha mantenuto ferma la linea, di grande valore strategico e con piena consapevolezza, di erogare credito alle aziende e famiglie del territorio sia per contribuire a sostenerne lo sviluppo che per mantenere sull’area i risparmi che vi si sono generati.
Ha continuato l’attività di allocazione del credito rafforzando gli accordi con i principali Consorzi Fidi della Regione ed in tale ambito si è ulteriormente sviluppata la collaborazione con le Associazioni di categoria sul nostro territorio.
IL FINANZIAMENTO FEI – Di particolare rilievo assume la convenzione stipulata con il F.E.I. (Fondo Europeo per gli Investimenti) per la copertura da parte loro con garanzia a fronte di finanziamenti destinati alla innovazione. La selezione svolta dal F.E.I. per la scelta di controparti da convenzionare rappresenta un ulteriore aspetto di rilevante valore e di riconoscimento della professionalità della nostra Banca anche in dipendenza del fatto che la nostra Banca è fra le poche a livello nazionale ammesse a convenzione dal F.E.I..
Si tratta di un finanziamento assistito dalla garanzia comunitaria “InnovFin” rilasciata dal Fondo Europeo degli Investimenti, con il sostegno finanziario dell’Unione Europea nei termini definiti nell’ambito del programma Horizon 2020 e del Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (EFSI). Il finanziamento è destinato alle aziende per le quali sussistono particolari requisiti dimensionali e fattori di impostazione coerenti con orientamento delle stesse alla ricerca, sviluppo ed innovazione. Le possibilità operative che derivano dalla convenzione in parola sono significative.
LA MUTUALITA’ E LO SPONSORING – Numerosi e rilevanti sono stati gli interventi di carattere benefico, sociale e culturale, attivati nelle zone di insediamento della Banca, a valere sui fondi destinati dall’Assemblea dei Soci per iniziative di beneficenza e mutualità. Significative sono state anche le iniziative di sponsorizzazione o di sostegno promozionale di attività tese a valorizzare, e nel contempo a comunicare la reputazione e la mission di banca nel territorio, l’area del nostro insediamento con varie manifestazioni sportive, culturali e ricreative. In questo ambito, è stato dato sostegno a molteplici progetti legati al mondo giovanile, in particolare, a favore delle società del nostro territorio più impegnate nell’organizzazione di attività sportive per bambini e ragazzi, della scuola, per l’acquisto di attrezzature e la realizzazione di progetti didattici, degli anziani, della sanità, dell’associazionismo in genere. L’essere diventati financial partner della Fiorentina Woman’s ACF , ad esempio, ha significato rendere visibili i nostri valori rivolti allo sport giovanile e alla cultura del mondo femminile, il cui ruolo in molti settori non è ancora riconosciuto. Sono stati inoltre supportati gli interventi promossi dai principali Enti e Associazioni locali, fra i quali molte delle più significative manifestazioni organizzate sul territorio. La spesa complessiva, a carico della Banca, a fronte degli interventi di sponsorizzazione, pubblicità o beneficenza, sostenuti nel 2015, ammonta a 1.436.553,22 euro”, ha concluso Bosio.
LA RIFORMA BCC – “Come sappiamo, ha concluso Regini, nel febbraio di quest’anno è stato approvato il Decreto-legge n. 18/2016, approvato alla Camera dei Deputati il 23 marzo 2016 e poi dal Senato. Rispetto alla impostazione originaria proposta da Federcasse, struttura associativa a cui la nostra Banca non aderisce dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso, l’iter di conversione in legge ha introdotto significative modifiche. In particolare è stata inserita la previsione di una way out rispetto alla originaria impostazione di Federcasse di inclusione obbligatoria in un gruppo bancario unico di propria emanazione o di scioglimento della BCC. La disciplina di riforma in parola tende a realizzare un consolidamento del movimento delle BCC anche, e soprattutto, per un coordinamento dispositivo della BCE.
È sicuramente titanico lo sforzo di ricondurre il movimento BCC, nato e vissuto in dimensione “atomistica”, ad una struttura unitaria da parte di quelle stesse strutture associative (e persone) che ne hanno accompagnato, se non agevolato, il cammino fino alle attuali situazioni”.
IL FUTURO – “La nostra Banca, ha terminato Bosio, coerentemente con la scelta di distacco compiuta, sulla base dei risultati conseguiti, degli investimenti industriali realizzati, della cultura aziendale consolidata, delle strategie definite, abbiamo positivamente valutato il piano di way out. Secondo le definizioni normative, la nostra Banca ha i requisiti prescritti di patrimonio, oltre 200 mln in base al bilancio in approvazione, per scegliere fra il conferimento del ramo bancario della BCC in una spa, anche neo costituita di nostra iniziativa, della quale la cooperativa residua dopo il conferimento diviene socia ad ogni effetto o, in alternativa, a confluire in un gruppo bancario di emanazione BCC, con conseguenti ricadute di limitazione sulla autonomia gestionale, ancorché asserita inizialmente graduata in relazione alla qualità aziendale, il tutto regolato da un contratto di “coesione” a tutt’oggi non reso noto. La scelta di conferire il ramo bancario come detto, da compiere entro 60 giorni dalla entrata in vigore della Legge, comporta un onere quantificato nel 20% del patrimonio di riferimento a fine esercizio 2015.
Da parte nostra confermiamo l’obiettivo di perseguire la definitiva collocazione della nostra Banca in un contesto societario ed operativo coerente con la scelta compiuta da oltre 35 anni”.