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Bcc, Bankitalia a Federcasse: niente interferenze nella capogruppo

La lettera aperta al movimento di credito cooperativo di 15 Bcc che cercano adesioni per dar vita a un gruppo nazionale cooperativo alternativo a quello di Federcasse e le way out di Banca Padana, della Bcc di Cambiano, di ChiantiBanca e di altre che sono ancora in corso d’opera segnalano il fermento che vive il mondo della cooperazione bancaria dopo l’entrata in vigore della riforma voluta dal governo Renzi e approvata dal Parlamento in tempi record.

Ma il punto di riferimento del fermento in atto nel movimento è il severo monito lanciato dal Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nelle sue Considerazioni finali all’assemblea del 31 maggio e rivolto alla Federcasse, l’associazione che raccoglie il maggior numero di Bcc sul territorio nazionale.

Dopo aver caldeggiato la rapida attuazione della riforma, il numero uno di Banca d’Italia ha annunciato che Via Nazionale “emanerà in tempi rapidi la normativa secondaria, in coordinamento con la Bce” ma ha aggiunto di attendersi “un’attuazione altrettanto veloce da parte del sistema”.

L’attenzione di Visco si è concentrata soprattutto sulla nascita della capogruppo delle Bcc, ricordando con forza che “nel definire l’assetto del gruppo e i rapporti tra le varie componenti, occorre seguire logiche strettamente industriali, mediante un patto di coesione che dia effettivi poteri di governo alla capogruppo, e perseguire con determinazione razionalizzazioni e guadagni di efficienza”.

Ma è la stoccata finale del Governatore a Federcasse che ha scosso il movimento del credito cooperativo: “La componente associativa – ha detto Visco con chiarezza – può mantenere un ruolo di rappresentanza a livello nazionale e territoriale, senza indebite interferenze sulla pianificazione strategica, sulla gestione operativa e sulle fusioni di controllo del gruppo”

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Categories: Finanza e Mercati