Le Banche di Credito Cooperativo dicono No alla revisione della legge del 2016 paventata dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso del suo intervento a Montecitorio dello scorso 6 giugno, giorno in cui il Premier ha ottenuto la fiducia.
In una nota congiunta firmata da Confcooperative, Federcasse e i tre gruppi Bancari Cooperativi si legge che le tre parti in causa sono aperte al dialogo con il novo Parlamento e con l’Esecutivo, ma chiedono di non cambiare la direzione di marcia della riforma del Credito Cooperativo avviata tre anni fa e divenuta legge due anni fa. “L’interlocuzione e il coinvolgimento del credito cooperativo sono stati talmente intensi che si è arrivati a definirla Autoriforma”, si fa notare in una nota. Si tratta ora di attuarla “nei tempi attualmente previsti dalla normativa, con l’avvio dei gruppi bancari cooperativi programmato al più tardi per il primo gennaio 2019”.
Confcooperative, Federcasse, Iccrea Banca, Cassa Centrale Banca, Cassa Centrale Raiffeisen nell’interesse delle BCC, Casse Rurali, Raiffeisenkassen “chiedono che il Governo e il Parlamento confermino la linea salvaguardata e valorizzata dalla riforma che tutela l’identità mutualistica, il ruolo e la capacità competitiva delle BCC, Casse Rurali e Raiffeisenkassen affinché queste possano continuare ad essere anche per il futuro protagoniste nel concorrere alla costruzione del bene comune”.
Lo scorso 6 giugno il Premier Conte aveva invece parlato di una “revisione”, spiegando che “stiamo maturando la consapevolezza e la valutazione, che è nel contratto, che ci sia da distinguere fra banche di credito, e soprattutto quelle sono caratterizzate a livello territoriale, e banche di investimento, più legate alla speculazione”.