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Baviera, elezioni: crollano Csu e Spd, boom dei Verdi

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Crollo della Csu, debacle della Spd, balzo dei Verdi e in minor misura della estrema destra. La svolta storica che si attendeva è arrivata. Alle elezioni amministrative in Baviera, secondo land tedesco per estensione, la Csu ha perso la maggioranza assoluta, crollando al 37,7%, 10 punti in meno rispetto alle consultazioni di 5 anni fa. È vero, le previsioni erano ancora più fosche (i sondaggi parlavano del 33%), ma il terremoto politico è innegabile: prima di ieri, il partito dei cristiano sociali – fratello bavarese della Cdu di Angela Merkel – aveva sempre ottenuto la maggioranza assoluta in questa regione dal 1958 (con una sola eccezione nel 2008) e comunque non era mai sceso sotto il 43% dei consensi.

Il leader della Csu Horst Seehofer si è detto “abbattuto per il risultato”: d’altra parte, ha aggiunto, “abbiamo avuto un chiaro segnale per formare il governo. Lavoreremo per capire da dove viene questo risultato. Nelle prossime tre quattro settimane dobbiamo concentrarci per formare il governo”.

Esito disastroso anche per la Spd, l’altra colonna storica del sistema partitico tedesco. I socialdemocratici non sono arrivati nemmeno al 10%, fermandosi al 9,5%. Meno della metà rispetto al 21% ottenuto cinque anni fa. In questo caso, il risultato è ancora peggiore delle stime: i sondaggi, infatti, prevedevano un crollo più contenuto, al 12,5%.

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“È una sconfitta molto amara per il nostro partito”, ha detto il segretario generale dell’Spd, Lars Klingbeil. “Analizzeremo questi risultati in Baviera e a Berlino. Quel che già si può dire è che si tratta di un chiaro segnale al governo di Berlino”, ha aggiunto, criticando lo “stile sbagliato” e le troppe liti nel governo federale.

La Spd viene così superata dal partito di estrema destra AfD (Alternativa per la Germania), che si è attestato al 10,7%, comunque meno del 13% previsto.

I veri vincitori della tornata elettorale sono i Verdi, che hanno raggiunto il 17,8%: il risultato è leggermente inferiore alle attese (19%), ma rappresenta comunque quasi il doppio rispetto al 9% fatto segnare nel 2013.

I Liberali si sono fermati al 5%, mentre la sinistra della Linke è rimasta fuori dal parlamento.

Leggi il commento del germanista Guido Bolaffi.

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