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Basta precari nella Pa: ecco il decreto

Stabilizzare nel tempo i circa 150 mila precari della pubblica amministrazione e rendere più efficiente l’impiego dei fondi strutturali europei. Questi i due obiettivi principali del decreto sulla Pubblica amministrazione approvato ieri in serata dal Consiglio dei ministri. 

Il provvedimento stabilisce che il contratto tipico prevalente applicato dalla Pa sia quello a tempo indeterminato e prescrive di limitare i contratti a termine a situazioni temporanee ed eccezionali. Il ministro della Funzione pubblica, Giampiero D’Alia, ha spiegato che i precari che abbiano avuto contratti per almeno tre anni negli ultimi cinque saranno stabilizzati attraverso “procedure selettive” e ha garantito l’assunzione di tutti i vincitori di concorso

In questo modo viene data “soluzione strutturale al tema del precariato nella Pubblica Amministrazione – ha assicurato il premier Enrico Letta –. Abbiamo deciso di tipizzare e ridurre le forme di precariato e avviato un percorso di parziale inserimento di precari previa un procedura altamente selettiva, perché la Costituzione va assolutamente applicata”. 

In particolare, sono state previste “alcune barriere per evitare che si ripetano modalità-scorciatoie per le assunzioni nella P.A. senza concorso in passato troppo usate, come le partecipate – ha aggiunto Letta –. Il percorso prevede che nell’arco della fase di applicazione del dl avvenga e sia portato a compimento il censimento di tutto il precariato della P.A.”.

Inoltre, il Cdm ha deciso un “ulteriore taglio del 20% delle auto blu di tutte le amministrazioni pubbliche”, ha concluso il Presidente del Consiglio. Ridotte anche le consulenze.

Il decreto istituisce infine  l’Agenzia per la Coesione territoriale, che avrà il compito di rendere più efficiente l’impiego dei fondi europei. La presidenza del Consiglio dovrà svolgere funzioni di coordinamento tra le amministrazioni centrali e territoriali interessate.

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