Alle 4 e 30 di questa notte, ora italiana, si accenderanno le luci dello Staples Center di Los Angeles e avrà luogo il derby di L.A., forse il più atteso di sempre. A discapito di ogni previsione di inizio stagione saranno i trascurati aviatori a guardare dall’alto i blasonati cugini in giallo-viola.
I Los Angeles Clippers hanno allestito, per la prima volta dal trasferimento della franchigia in città nel 1984, una squadra competitiva per la vittoria finale. Grazie all’impressionante striscia di 17 vittorie consecutive si sono trovati con il secondo miglior record della lega e questa sera potrebbero per la prima volta nella storia superare il traguardo delle 11 vittorie consecutive in casa. La squadra, che ha come uomini simbolo il geniale Paul e lo straripante Griffin, è reduce da due sconfitte consecutive e non vorrà perdere l’occasione in casa per invertire la tendenza.
Nella Los Angeles bene, invece, le cose non stanno andando per il verso giusto. I Lakers avevano iniziato la stagione da favoriti, sicuri che le loro quattro superstar (Bryant, Howard, Gasol e Nash) avrebbero garantito spettacolo e vittorie. Le aspettative stridono con i risultati deludenti: con 15 vittorie e 16 sconfitte i ragazzi di Mike D’Antoni, subentrato a coach Brown dopo un inizio da incubo, faticano ancora a trovare un’identità. Con Nash rientrato solo da poche gare da un lungo infortunio e i due lunghi sottotono, la squadra si trova ancora a far affidamento principalmente sull’ispirazione di Kobe Bryant. La panchina cortissima costituisce un limite e la mancanza di una chimica difensiva è ancora un’problema irrisolto.
La chiave della partita sarà probabilmente la doppia sfida sotto il tabellone, dove gli acciaccati Howard e Gasol dovranno tenere a bada i due martelli Clippers: Griffin e Jordan. Quando i due lunghi non hanno brillato dal punto di vista realizzativo la loro squadra è andata spesso in difficoltà.
La partita di questa sera è carica di significati. Non solo perché tutte e due le squadre hanno bisogno di una vittoria ma anche perché questo derby, che per decenni non ha avuto alcun significato nell’immaginario dei tanti tifosi dei Lakers e dei pochi tifosi dei Clippers, diventerò una sfida che terrà tutto il mondo incollato davanti ai televisori. I Clippers stanno finalmente costruendo una loro identità, smarcandosi dalla presenza ingombrante dei Lakers. I giallo-viola, con i loro 16 titoli, il loro seguito di star e starlette hollywoodiane, il brand sportivo più prolifico e glamour al mondo vedono contestata la loro supremazia cittadina sul piano sportivo. Lamar Odom, in forza ai Clippers dopo aver vinto due titoli con i Lakers, ha mostrato come la squadra sia consapevole dell’importanza storica dei propri risultati: “Stiamo iniziando qualcosa che sembra essere l’inizio di una lunga tradizione”.
Certo, nonostante i risultati sportivi, trovare un biglietto per una partita dei Clippers costa ancora un quinto che andare a vedere Kobe Brayant (circa 200 dollari contro più di 1.000 dollari per i Lakers). Ma anche le star, come il chitarrista Carlos Santana, si stanno appassionando alla seconda squadra di L.A. che sembra aver guadagnato un magnetico fascino, proprio per il suo essere alternativa e anti convenzionale. Ma qui si tratta di sport, non di mode hollywoodiane, e nella notte di L.A. a parlare sarà il campo.