L’Eurolega dell’Olimpia Milano si ferma ad Istanbul, questa volta per davvero. Ci pensa l’Efes a mettere definitivamente fine ad ogni illusione e velleità della formazione italiana, superandola 86-78 ed estromettendola da qualsiasi discorso di qualificazione.
Ora c’è l’ufficialità, ma quello che doveva succedere per un esito diverso rasentava quasi l’impossibile, soprattutto dopo che giovedì sera il Vitoria aveva battuto un non troppo bellicoso Fenerbahce, costringendo Milano a dover vincere con addirittura 11 punti di scarto e poi sperare all’ultima giornata di ricevere un Cska accondiscendente e nei passi falsi dell’Efes nel derby contro il Fenerbahce e del Laboral a Malaga. Invece è andata come doveva andare, risparmiando forse ai tifosi biancorossi un’altra settimana di vane speranze, con un’eliminazione purtroppo meritata, ma che arriva da lontano e non certo a causa dell’ultima sconfitta.
E dire che venerdì la prima parte dell’impresa sembrava potersi concretizzare veramente, con una partenza fortissima e il fatidico +11 arrivato già nel primo quarto, addirittura +15 all’inizio del secondo, ma con i turchi che all’intervallo accorciavano il distacco a sei lunghezze. Al ritorno sul parquet l’EA7 però non smetteva orgogliosamente di crederci e toccava di nuovo i 12 punti di vantaggio, ma nel finale del terzo periodo i padroni di casa si rifacevano sotto e, guidati da Heurtel, operavano il sorpasso, con Hackett e compagni che nell’ultima frazione mollavano di colpo, come accaduto troppe volte durante questa stagione europea.
Finisce quindi con un ulteriore rammarico, che va a sommarsi a quello della settimana precedente, quando Milano era arrivata clamorosamente ad un passo dal ribaltare contro il Vitoria il -19 dell’andata (che avrebbe dato qualche possibilità in più in vista delle ultimi due turni), un successo che, insieme ad altre prestazioni nel girone di ritorno, ha comunque restituito all’EA7 un’immagine migliore rispetto a quella fatta vedere nella prima parte di queste Top 16.
Milano, infatti, probabilmente quest’anno non aveva una squadra da prime otto d’Europa (per qualche scommessa non andata a buon fine, ma anche gravi colpe nella scelta di alcuni giocatori e in generale nella costruzione di un roster per questi livelli), ma il fatto di essere arrivati a giocarsela fino alla penultima giornata non può non far ripensare all’orribile girone d’andata che ha condizionato tutto il cammino e al fatto che bastava poco, una su tutte il ko casalingo all’esordio contro il Nizhny Novgorod, per provare concretamente a raggiungere i playoff anche in questa edizione.