La 27esima giornata di campionato prometteva di stabilire gerarchie più precise in proiezione playoff ed emettere alcuni verdetti definitivi, e così è stato; ora, a tre turni dal termine, rimane ancora da capire chi tra Venezia e Caserta accederà alla postseason, mentre da ieri è ufficiale che a scendere in Lega 2 sarà, dopo dodici stagioni di massima serie, Biella (quest’anno, in previsione della riforma per il prossimo torneo, era stabilita una sola retrocessione).
Consolida il suo primato una super Varese, che domina dall’inizio alla fine Milano, in un derby lombardo praticamente già chiuso all’intervallo di metà gara. Per la Cimberio, che visto il calendario (giocherà le prossime due a Cremona e in casa con Pesaro, due incontri abbordabilissimi, prima di chiudere a Venezia) con 42 punti è ormai praticamente certa del primo posto finale, un’altra grandissima prestazione, compatta difensivamente e quasi perfetta in attacco, una squadra che fa del collettivo la sua forza, ma in cui spesso è il centro statunitense Dunston a spostare gli equilibri. Dopo aver giocato una stagione regolare del genere in un campionato così equilibrato come quello di quest’anno, oggi si può dire che al via dei playoff il gruppo di coach Vitucci si presenta con qualche certezza in più rispetto alle altre.
Per Milano invece, che si è dovuta arrendere ai rivali per la terza volta su tre dall’inizio della stagione (le altre due all’andata e in Coppa Italia, anche in quel caso battuta nettamente al Forum), dopo le ultime due belle vittorie (due settimane fa aveva espugnato il difficile campo di Sassari, mentre nell’ultimo turno aveva schiacciato Pesaro), è arrivata l’ennesima pesante battuta d’arresto di questa travagliata annata. Quando sembrava si fosse sistemata in vista dei playoff, sono emersi i soliti problemi che l’accompagnano da inizio stagione e, Langford, come sempre il migliore dell’Olimpia, da solo non basta, ma adesso che le sfide diventeranno decisive anche gli altri dovranno per forza di cose svegliarsi e dare una mano al numero 23 ex Maccabi. Al momento Milano è settima, appaiata con 32 punti a Siena, Cantù e Reggio Emilia, e nelle ultime tre giornate affronterà al Forum la retrocessa Biella e Brindisi, con in mezzo il derby in casa di Cantù, probabilmente decisivo per entrambe se vorranno provare a conquistare il quarto posto, importante per il fattore campo al primo turno di playoff.
Sassari, reduce da tre ko di fila, si è imposta perentoriamente in casa su Roma (a sua volta alla terza sconfitta consecutiva), in un incontro che ha praticamente decretato la seconda piazza finale del Banco di Sardegna, visto che ora i ragazzi di coach Sacchetti hanno due vittorie di vantaggio proprio sui capitolini, arrivati allo scontro diretto con l’obiettivo dell’aggancio, ma prontamente respinti. Negli ultimi tre turni i giallorossi, in calo rispetto a un mese fa, dovranno difendere la loro terza posizione e il calendario sembra essere dalla parte dell’Acea, poiché gli avversari saranno Brindisi in casa, Biella fuori e infine Montegranaro in casa. Anche per Sassari il calendario non dovrebbe riservare sorprese (le prossime due sono con Bologna e Caserta, prima dell’ultima a Siena) e la banda dei cugini Diener promette di farci divertire anche nei playoff, quando il gioco diventerà serio.
Ritorno al successo per Siena, dopo aver perso cinque delle ultime sei partite, ma in generale reduce da due mesi nerissimi, caratterizzati da due sole vittorie negli ultimi otto incontri di campionato (in cui non vince in trasferta proprio dalla gara d’andata a Bologna, era il 2012 e da allora addirittura 8 sconfitte), oltre i 5 ko nelle ultime cinque gare di Eurolega che ne hanno sancito l’esclusione dalla Final Eight in corso. Un ruolino di marcia non certo da Montepaschi, con le sole due affermazioni arrivate contro Biella a fine febbraio e tre settimane fa su Cantù (in una partita che aveva visto gli avversari recuperare uno svantaggio di quasi 30 punti), prima del facile e annunciato successo su Bologna.
Annunciato perché la Virtus, che anche con tutti i suoi titolari sarebbe di due categorie inferiore, si è presentata in Toscana senza con le rotazioni condizionate dall’esteso impiego dei suoi giovani italiani, come ormai accade da tre settimane a questa parte, ovvero da quando, grazie alla vittoria su Reggio Emilia, i bolognesi si sono ritrovati virtualmente salvi, dopo una stagione deludente e piena di problemi, vissuta con lo spauracchio della Lega 2. Da dopo quella vittoria, che ha portato a sei i punti di vantaggio su Biella, ultima in classifica, la società ha deciso seriamente di puntare ad ottenere il premio Fip, riconoscimento che va a chi durante il campionato ha dato più spazio ai suoi italiani e assegna alla squadra vincitrice di questa particolare graduatoria 210 mila euro messi in palio dalla Federazione ( 126 mila per la seconda e 84 mila per la terza), denaro considerato fondamentale per le casse virtussine. La classifica si calcolava fino al termine della 27esima giornata (ovvero questa appena giocata), senza considerare gli ultimi tre turni, e risultava in base alla percentuale del minutaggio dei giocatori italiani rispetto al computo complessivo di quelli giocati dalla squadra.
Prima di queste ultime due giornate Bologna, che curiosamente fin dai primi mesi di stagione indicava questo premio come principale obiettivo, era però tallonata da vicinissimo da Caserta (il margine da difendere era di circa 24 minuti, con i campani che nelle partite precedenti avevano diminuito il distacco), mentre in terza posizione, ma staccata, c’era Montegranaro. Per paura di fallire questo obiettivo prefissato e con 400 minuti a disposizione nelle ultime due gare, ecco allora che la società ha deciso di epurare i suoi stranieri (i più forti ed esperti della squadra), mettendo fuori rosa l’americano Smith (dicendogli di trovarsi un’altra squadra) e non facendo scendere in campo il suo connazionale Pullen, e ovviamente andando incontro a una larga sconfitta in casa contro Venezia settimana scorsa, oltre al ko di Siena (dove Pullen, seppure con il minutaggio ridotto, è risultato il migliore dei suoi). Grande spazio quindi a molti giovanissimi, capitanati da Matteo Imbrò (play del 1994 ma già quest’anno grande protagonista), supportati comunque dai vari Poeta, Gigli e Rocca.
Alla fine il traguardo dovrebbe essere stato raggiunto, ma naturalmente questa situazione ha allargato il fronte delle polemiche su una norma (discutibile) che già lo scorso anno aveva portato ad uno scontro proprio tra il patron della Virtus Sabatini e Teramo, che vinse il premio. Questa volta i ruoli si sono invertiti, ma secondo molti così si rischia di falsare il corso di un campionato, ed in effetti, non si può dar loro torto. Di contro Sabatini ha fatto intendere di non fare troppo i moralisti, che qua in Italia nessuno è fesso, e che anche altre società (in primis Caserta) si sono dimostrate interessate e non poco a questo riconoscimento in denaro.