Non contava più nulla, ma Milano sceglie il modo peggiore per salutare questa edizione di Eurolega, perdendo anche l’ultima partita casalinga contro il Limoges 69-77, al termine di una gara passata sempre ad inseguire, iniziata male e finita peggio, e che ha rispecchiato esattamente il pessimo cammino europeo disputato fin qui dall’EA7. Vero che i giochi si erano chiusi una settimana fa, ma i tifosi si aspettavano un moto d’orgoglio, un qualcosa che facesse ben sperare per il futuro, invece al termine dell’incontro hanno giustamente subissato di fischi l’Olimpia, “capace” di bissare il ko dell’andata con il modesto Limoges, finendo così ultima del girone (con i francesi quinti per gli scontri diretti), con 3 vittorie e 7 sconfitte, eguagliando il suo peggior ruolino di sempre nella prima fase di questa competizione. In una partita con pochissimi guizzi e ancor meno idee, il migliore è stato Macvan con 15 punti, seguito a tratti da Simon, quello che in assenza di Gentile prende la maggior parte delle iniziative.
Da gennaio, con il ritorno del capitano e l’innesto dell’ex Sassari Rakim Sanders (ma si cerca anche un play di spessore, il sogno era il lituano Kalnietis, in forza allo Zalgiris e giustiziere dell’Italia agli Europei, e forse un altro lungo, sebbene Barac sia stato confermato) il livello del roster dovrebbe alzarsi sensibilmente, ma quel che è certo è che finora il mercato estivo è ben lontano dal poter essere definito soddisfacente. A completare la disfatta italiana in Eurolega ci aveva già pensato Sassari giovedì sera, asfaltata sul campo del Bamberg 86-54, raccogliendo così la decima sconfitta su dieci incontri (le ultime 4 dopo l’”utilissimo” cambio dell’allenatore), cosa mai successa a nessuna squadra nelle varie edizioni della massima competizione europea (e contando anche la passata stagione, la Dinamo ha centrato un solo successo a fronte di 19 ko). Arrivata in Germania con molte assenze importanti, alla squadra sarda si chiedeva di provare a salvare la faccia e l’onore di chi gioca con lo scudetto cucito sul petto, invece è andata ancora una volta male, malissimo, come tutto il suo girone, non certo quello che ci si aspetta dalla formazione che dovrebbe rappresentare l’Italia. Non si può quindi non parlare di fallimento totale del basket italiano a questi livelli, mentre scendendo un po’, come dimostrano le nostre formazioni impegnate in Eurocup , la situazione non è così tragica.
Ma è quando ci si confronta con le squadre più blasonate del continente che viene fuori tutta la differenza di potenza economica, ma anche di movimento, che oggi c’è fra determinati campionati europei e il nostro. Perché è vero che se Sassari non può minimamente competere a livello economico con la maggior parte degli squadroni che incontra, Milano sotto questo aspetto è molto più attrezzata (in Italia dal punto di vista finanziario non ha rivali), però anche il suo budget, rispetto ai Cska Mosca o Real Madrid della situazione, diventa tremendamente minore. Detto questo l’Olimpia in questi anni ha dato la sensazione, e i risultati sono lì a testimoniarlo, di aver comunque investito male questo suo budget, di aver scelto spesso i giocatori sbagliati o almeno non i migliori in circolazione (di quelli prendibili si parla, non dei top), cosa che alla fine l’ha portata come in questo caso a stare dietro non solo alle big ma anche a formazioni più abbordabili. Milano che è comunque solo la punta dell’iceberg di un movimento che fa terribilmente fatica a muoversi, tra scarsa disponibilità economica (l’EA7 unica eccezione), palazzetti obsoleti e altri mille problemi, una situazione al momento troppo lontana per esempio da quella spagnola, che può vantare 4 squadre nelle Top 16 e altre 4 nelle Last 32 di Eurocup, la maggior parte di queste favorite per le rispettive vittorie finali (e con molti giocatori spagnoli di qualità sul parquet).