E’ giusto così, Sassari batte Siena 80-73 e conquista la 38esima edizione della Coppa Italia, mettendo in bacheca il primo trofeo della sua storia e facendo festeggiare una regione intera. Vittoria meritata per la Dinamo, arrivata al termine di una partita condotta fin dall’inizio, in cui è andata all’intervallo addirittura sul +17, riuscendo a tenere a distanza di sicurezza il Montepaschi nel tentativo di rimonta finale. Serata fantastica per la formazione di Sacchetti, seguita al Forum di Assago da più di 500 tifosi, che dopo tanti complimenti e bel gioco, finalmente ottiene una gioia concreta, mettendo fine in Coppa Italia alla striscia di cinque trionfi consecutivi proprio di Siena (che in questa manifestazione non perdeva da 17 gare).
Una partita gestita da grande squadra per la Dinamo, presentatasi a questa Coppa Italia non certo nel migliore dei modi (6 sconfitte nelle ultime 8 di campionato) e con meno certezze rispetto a qualche mese fa, ma arrivata alla finale di ieri gasatissima dopo aver estromesso la grande favorita Milano nei quarti e poi aver superato in semifinale un’ottima Reggio Emilia (capace di buttare fuori Cantù). Tre giorni perfetti per la formazione biancoblu, che ha messo in evidenza i suoi singoli (Travis Diener eletto miglior giocatore del torneo, il cugino Drake vero e proprio killer di Milano e Calebb Green super nel decisivo primo tempo di ieri sera), ma soprattutto ha dimostrato il valore di un gruppo unito e determinato, costruito in questi ultimi anni grazie ad un progetto che cerca di coinvolgere tutta la Sardegna, un progetto serio e ambizioso, e da ieri anche vincente.
Festeggiata Sassari, ci si deve però togliere il cappello davanti agli sconfitti, quella Siena che non vuole proprio smettere di vincere e che anche in un anno difficile come questo, per i noti problemi societari, si dimostra una squadra seria e competitiva, sicuramente da ammirare. Arrivata a questo appuntamento non certo da favorita, nelle gare che contano è sembrata tornare la squadra degli anni scorsi, superando con grande autorità prima Roma e poi la capolista del campionato Brindisi, che nei quarti aveva fatto il suo eliminando Venezia. Anche nella finale, dove non ha giocato come nelle due gare precedenti, alla fine la Mens Sana ha messo sul parquet tutto il suo orgoglio di campione in carica, che l’ha portata anche fino al -3, prima del nuovo allungo di Sassari. Sarebbe potuta essere una vittoria con un sapore e un valore forse maggiori rispetto ai tanti trionfi degli ultimi anni (proprio per la condizione attuale del club), invece questa volta Siena ha dovuto cedere il passo e probabilmente nel prossimo futuro potrebbe non avere molte altre occasioni per tornare ad arricchire la sua bacheca, ma per il momento questo gruppo va solo applaudito.
Chi di applausi non ne ha sentiti è stata Milano, la grande delusa di questa tre giorni di basket, la formazione che era quasi obbligata a vincere questo primo trofeo della stagione, sia per la forza del suo roster, sia per il grande momento di forma e anche perché aveva la possibilità di festeggiare sul proprio campo davanti ai propri tifosi. E invece la grande favorita è uscita subito, in maniera incredibile, tradendo tutte le attese e dando ai suoi tifosi l’ennesima delusione, questa volta davvero cocente e quasi inspiegabile. L’EA7, anche se dovrà smaltire questo brutto colpo, rimane comunque la candidata assoluta a cucirsi il tricolore al termine della stagione, ma la Coppa Italia, che ha regalato al pubblico tre giorni di belle partite, quasi tutte equilibrate e combattute, ha fatto capire una volta di più che non c’è nulla di scontato, ogni incontro è una battaglia e che Hackett e compagni lo scudetto dovranno sudarselo fino alla fine.