X

Basket, addio al lockout: finalmente è tornata l’Nba e sono subito scintille

Si ricomincia da dove si era finito. All’America Airlines Arena di Dallas è andato in scena il remake della finale della scorsa stagione: Mavericks-Heat. Ma la coincidenza (in Nba nessuno di questi sfiziosi incroci di calendario è mai totalmente una coincidenza) non è lstata a sola particolarità di questa partita. Non ha fatto notizia neanche il fatto che si sia giocato a Natale: celebrazioni profane che non fanno parte della nostra cultura sportiva (e della la cultura vacanziera dei nostri giocatori), normailità per i ritmi incessanti dello show business americano. La civilissima, per i tifosi, tradizione di allietare il pomeriggio del 25 delle famiglie americane, messe a dura prova dalle fatiche luculliane del pranzo di Natale, è stato un regalo che si riempie più che mai di significato in quanto questa Dallas-Miami è andata in scena il giorno di apertura della stagione 2011-2012.

Risoltosi da pochi giorni il lockout, la serrata dei proprietari delle squadre mentre discutevano con i giocatori su come spartirsi la ricca torta degli introiti, che ha fatto slittare l’inizio della stagione dal primo novembre a Natale, sotto il cielo stellato del Texas si accendono le luci di un’annata che si preannuncia scoppiettante. Gli ingredienti ci sono tutti: le cheerleader sembrano ancora più attraenti il giorno di Natale, le televisioni di tutto il mondo sono collegate, i riflettori illuminano il campo e la palla a due viene finalmente lanciata: il lockout è subito il passato.

Lo sa Lebron James, la superstar dei Miami Heats, per molti uno dei giocatori più forti della storia del basket, che ancora quest’anno cercherà di rompere la maledizione che lo vede impossibilitato a vincere il titolo. Pochi mesi fa i sogni di gloria del Re senza corona si infransero proprio sul parquet Texano sotto le stoccate incessanti di un Dirk Nowtzki molto vicino al sublime cestistico. King James alla vigilia di un nuovo giro sembra voglioso e determinato. Prima dell’inizio della partita avvicina il suo faccione alla telecamera a bordo campo e manda un messaggio al pubblico mondiale “Nba is back!” (“L’Nba è tornata!”). Probabilmente i giocatori sanno di aver qualcosa da farsi perdonare. Il motto scelto quest’anno, non a caso, per lanciare il campionato suona come una promessa: “Grandi cose stanno per accadere” (Big things are coming).

In tribuna si gode, gongolante, il gran Gala di apertura il super Commissario della Lega, il grande vecchio, David Stern. Nonostante qualche fischio che giunge dal pubblico texano (non è una pratica così diffusa nelle arene americane), Stern ha tutte le ragioni per sorridere. La stagione è iniziata in ritardo ma in certi momenti si è sembrato che potesse non partire mai, alla fine il Commissioner è riuscito a mediare tra le parti e a risolvere una situazione intricata, risultando ancora una volta decisivo e necessario per gli equilibri della Lega. La sua posizione è uscita rafforzata dalla vicenda ed è stato proprio lui a voler imporre alla regular season il ritmo incessante che seguirà. Ogni squadra giocherà 66 partite in 124 giorni, più di una partita ogni due giorni, le partite tagliate saranno pochissime, lo spettacolo sarà continuo nei prossimi mesi e Stern è sicuro che i fischi si tramuteranno presto in applausi.

Tutti soddisfatti, dunque, ora che a parlare è finalmente il campo. La finale di rivincita premia questa volta Miami, che passeggia all’AA Arena. Sulle coste del Pacifico, a Los Angeles, a brillare è la stella di un altro giovane che cammina seguendo orme importanti. Derrick Rose, Chicago Bulls, sulle spalle il pesante fardello di essere atteso sulle rive del Michigan come il nuovo Michael Jordan, dimostra di avere personalità da vendere e risolve la partita (87-88 per i Bulls) con una penetrazione bruciante all’ultimo minuto. A farne le spese sono i nuovi Lakers, con il roster parzialmente stravolto dai trade di Natale, iniziano la stagione con il piede sbagliato, con un Bryant ingabbiato dai raddoppi della perfetta macchina difensiva dei rossi di Chicago. Aspettando l’ingaggio di un top player come Howard, che sembra allontanarsi giorno dopo giorno, e orfani della sapiente guida del maestro Phil Jackson, l’inizio campionato dei Lakers sembra partire con più incertezze che sicurezze. In questo Natale di pallacanestro a confermarsi sono gli Oklhaoma City Thunder, la givoanissima formazione che tanto aveva fatto vedere lo scorso anno stende gli Orlando Magic 97-89, guidata da uno strabiliante Durant e avverte tutti che anche questi velocissimi ragazzi potranno dire la loro in questo campionato. Per chiudere il programma due derby. Il primo è quello californiano tra Los Angeles Clippers e Golden State Warriors, vinto dalla seconda squadra di Los Angeles 86-105 guidata dal nuovo acquisto superstar Chris Paul. Il secondo è la partita di inaugurazione tra le due squadre simbolo del Nord-Est Usa, New York-Boston che finisce 106-104 per la Grande Mela.

Siamo solo all’inizio e la strada per i playoff è costellata di partite e di insidie.. A noi non resta che metterci in poltrona e goderci lo spettacolo. Big things are coming!

 

Related Post
Categories: Sport