X

Basilicata verso l’Unesco. L’Area sud candidata a patrimonio mondiale fa i conti con la storia e l’economia

Villa Nitti ad Acquafredda di Maratea

I siti patrimonio dell’Unesco sono caratterizzati, in genere, da bellezze storiche ed artistiche. La classificazione è laboriosa e l’Italia con 58 siti riconosciuti ha il primato mondiale. È, tuttavia, probabile che il numero entro il 2024 salga a 59 con il riconoscimento dell’Area Sud della Basilicata. Ieri, dell’aspirazione ad entrare nella lista è stata interessata anche la premier Giorgia Meloni. Assistiamo, così, ad un crescendo di sostenitori che volgono l’attenzione su un pezzo importante del Sud. Non dispiace.
La richiesta lucana poggia su un modello di green economy in un comprensorio di 27 Comuni. Un’area che comprende il Parco del Pollino, quello dell’Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese e la cittadina di Maratea. In un territorio cosi vasto non mancano, storia, arte, tradizioni, ma l’idea del Gal – La Cittadella del Sapere- (Ente proponente) è di puntare su settori complementari.

Le adesioni sbilanciate alla candidatura

La Cittadella del Sapere è una struttura di partenariato pubblico-privato con il compito di valorizzare il territorio. La Basilicata come modello di green economy esportabile in tutto il mondo e motore trainante dell’economia del nostro Paese” dice Biagio Maimone tra i promotori della candidatura insieme al Presidente del Gal Nicola Timpone. La proposta ha ottenuto il sostegno del Ministro degli Esteri Antonio Tajani e non solo. Sono mesi che si raccolgono le adesioni. Prima di Tajani c’è stata quella del Ministro per le Riforme Istituzionali, Elisabetta Alberti Casellati e del Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Il Presidente della Regione Basilicata,Vito Bardi è stato il primo a pronunciarsi a favore, anche perché aspira al secondo mandato elettorale. Tajani ci ha tenuto a sottolinearlo nel suo messaggio. Ora, è vero che con un altro posto nella lista Unesco il prestigio italiano cresce. Il campo politico-elettorale, però, andrebbe tenuto fuori da un’iniziativa di respiro mondiale. Sia per rispetto ai lucani che per gli esperti dell’Unesco che non risulta valutino le candidature in base al consenso politico. D’altra parte Antonio Tajani é anche il leader di Forza Italia e i due ruoli generano confusione. Visti gli illustri nomi dei sostenitori alla candidatura, le adesioni sembrano sbilanciate, vanno in una sola direzione, potrebbero addirittura danneggiare tutto for politically incorrect.

Un modello di economia circolare

La Basilicata è nota per la determinazione della sua gente e per la passione che mette nelle iniziative culturali. Da tempo le persone si sono riappropriate di valori che annullano stereotipi culturali come é stato per Matera Capitale della cultura. Un terra, si è detto per decenni, dove Cristo non era arrivato perché fermatosi ad Eboli, dal famoso libro di Carlo Levi. Nella Regione ci sono eccellenze tecnologiche, industriali ed energetiche. Stellantis, Eni, Shell, Geodesia, per fare qualche nome. Il turismo sostenibile nelle lingue di mare o in montagna ha segnato una svolta, nonostante il reddito medio delle province di Potenza e Matera continui a restare tra i più bassi d’Italia. ” Le radure del Pollino su cui trascorrono nubi leggere fra i due mari sembrano disegnate per gli dèi ” scriveva Giorgio Bocca nel 1992 nel suo libro “Profondo sud “. Quando i promotori per il marchio Unesco hanno chiesto l’appoggio della Lombardia, hanno scritto che il “ territorio più verde e bucolico d’Italia, attento e premuroso nella cura dell’ambiente, rappresentato dall’Area Sud della Basilicata tende la mano alla Regione Lombardia, antesignana di un processo produttivo foriero di sviluppo”. Attilio Fontana, però, obiettivamente non guida la Regione più sostenibile del Paese.

L’attenzione per il Sud

Rialzare l’attenzione sul Sud non può essere vacua declinazione. Se il modello che l’Unesco deve premiare è la cultura economica che “deve essere definita e sarà definita alla luce dei valori che il processo storico ha dimostrato essere fattori di reale progresso economico, proprio in quanto tengono conto della salute del pianeta”, il risultato potrà essere raggiunto. Un sistema di green economy diffuso ed integrato è da costruire con la partecipazione di coloro che vivono in Basilicata, che non emigrano, che rispettano la natura e l’ambiente. A loro volta devono essere rispettati da chi ha potere. E’ ben evidente- si legge nelle note pro candidatura- come la Basilicata possa costituire un modello encomiabile di green economy, anche relativamente agli obiettivi del PNRR, ponendo al centro la difesa della natura e della salute dell’essere umano, nonché la sua centralità nell’ambito delle politiche finalizzate allo sviluppo dei territori. Il timbro Unesco aiuterà.

Related Post
Categories: News