Più di 75mila persone hanno firmato una petizione per chiedere a Josè Manuel Barroso, ex presidente della Commissione Ue, di rinunciare alla pensione comunitaria. Il portoghese è accusato di aver gettato discredito sull’Unione europea accettando di lavorare per Goldman Sachs, di cui diventerà consulente per la gestione della Brexit e presidente non esecutivo della divisione con sede a Londra.
La petizione, lanciata da un ristretto gruppo di funzionari comunitari, accusa Barroso di “comportamento irresponsabile e moralmente riprovevole”. L’ex numero uno dell’esecutivo europeo non è certamente il primo ex politico ad accettare un incarico superpagato in una multinazionale. Ma l’azienda in questione non è una delle tante: Goldman Sachs ha svolto un ruolo centrale nella bancarotta della Grecia e nella truffa dei mutui subprime che ha causato la crisi finanziaria del 2008.
Secondo i sostenitori della petizione, il nuovo lavoro di Barroso è “un disastro” per l’immagine dell’Unione europea – che peraltro non attraversa il suo periodo di massima popolarità -, e un grande regalo alla sempre più influente pattuglia dei movimenti politici euroscettici. “Si tratta dell’ennesimo esempio – spiegano – di quella pratica delle porte girevoli che sta gravemente danneggiando la reputazione delle istituzioni europee. Anche se non è illegale, è comunque moralmente deprecabile”.
Il ragionamento alla base della petizione è semplice. Per 10 anni Barroso ha guidato l’istituzione che aveva il compito di far rispettare le regole e oggi si sposta in una banca nota per la scarsa propensione a seguire quelle stesse regole; così facendo, il portoghese alimenta seri dubbi sul modo in cui hai svolto il suo primo incarico, gettando un’ombra sulla credibilità dell’intera istituzione.