“Oggi nel processo economico, insieme al profitto, occorre mettere al centro le persone e questo garantisce nel lungo periodo maggiori risultati aziendali, con migliore equilibrio, a vantaggio di tutta l’economia”. Lo ha detto Stefano Barrese, responsabile della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, partecipando all’incontro “Lavoro e persona”, organizzato nell’ambito del Meeting di Rimini.
Barrese ha chiarito sia la strategia e la filosofia generale della Banca dei Territori che le ragioni per le quali il gruppo Intesa Sanpaolo ha deciso salvare di salvare dal fallimento la Banca popolare di Vicenza e Veneto banca.
“Negli ultimi anni abbiamo assistito a una costante crescita dei valori di borsa e dei profitti delle aziende che non si è tuttavia tradotta in un aumento dell’occupazione – ha detto Barrese – Tra il 2000 e il 2016 l’utile generato dalle prime 10 aziende al mondo per capitalizzazione è quasi triplicato, mentre il numero dei loro dipendenti è diminuito del 36%. In parallelo, si è registrata una crescente polarizzazione della ricchezza che ha generato diseguaglianze economiche sempre maggiori. Se nel passato una strategia basata sulla massimizzazione del profitto ha portato molte aziende al successo, oggi io credo, e alcuni indicatori sono lì a confermarlo, che il modello di business vincente sia quello che riesce a combinare la generazione di profitto per tutti gli stakeholder con la capacità di valorizzare le persone”.
“Il nostro intento come Gruppo Intesa Sanpaolo – ha continuato Barrese – è quello di operare con la diligenza del buon padre di famiglia, lavorando su più fronti per dare lavoro, qualità e sogno in un contesto fra i più difficili per cambiamento e difficoltà che la storia ricordi per il mercato bancario. In tale mutato contesto abbiamo continuato a creare profitto, mantenendo nel contempo la piena occupazione, con parte del personale che, con adeguati investimenti formativi, è stato riconvertito a nuove proficue attività. Con gli stessi principi stiamo intervenendo nella messa in sicurezza e nell’integrazione delle banche venete nel Gruppo. Ci sforziamo ogni giorno di mettere al centro le nostre persone. Si è così creato un circolo virtuoso dove i risultati economici sono la derivata dell’interessarsi agli altri, del fare il bene degli altri, costruendo relazioni di lungo termine basate sulla stima e sulla fiducia”.
Secondo Barrese, “questo ha certamente impatto sulla nostra economia. Ne risulta un impegno fortissimo per il Paese. Per citare alcuni numeri, nel 2016, la Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo ha erogato 16,3 miliardi di euro alle imprese italiane e, nei primi 6 mesi del 2017, siamo già a 9,2 miliardi. Sono stati sottoscritti 455 contratti di filiera con altrettante aziende capofiliera per sostenere un indotto di oltre 15.000 imprese fornitrici, per un giro d’affari di oltre 66 miliardi e una forza lavoro di 82.000 dipendenti. Con Confindustria abbiamo stanziato un plafond di 90 miliardi di credito nel triennio 2016/19, con un sostegno particolare all’imprenditoria giovanile e dei nuovi italiani. 8 miliardi sono stati stanziati per l’agroalimentare. Finanziamenti per circa 1 miliardo sono stati erogati nei primi sei mesi del 2017 nell’ambito di Industria 4.0. Anche col microcredito abbiamo sostenuto 662 imprenditori con 14 milioni di finanziamenti”.
“Siamo inoltre in prima linea nello sviluppo formativo, attraverso la nostra Skill4Business, e nel favorire la condivisione di competenze, con Sharing Italy di Torino o la Biennale dell’innovazione di Napoli. Non manca un forte impegno nei servizi non finanziari, con Intesa Sanpaolo ForValue, nuova società del Gruppo che affianca le imprese nella fase di “messa a terra” dell’innovazione, l’Innovation Center, attivo nello scouting di startup di eccellenza e nell’analisi dei trend di comportamento dei consumatori e delle evoluzioni tecnologiche e di mercato, la piattaforma WorkHer per la valorizzazione del lavoro femminile. Il contributo di Intesa Sanpaolo per il Paese non si limita al supporto dello sviluppo economico, ma anche al “salvataggio” di molte realtà che sono in difficoltà. Dal 2014 a oggi abbiamo riportato in bonis oltre 63.000 aziende: questo significa che abbiamo salvato circa 600.000 posti di lavoro, il 3% dell’occupazione italiana complessiva”.
“Anche il nostro intervento in Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca – ha spiegato il responsabile della Banca dei Territori – è stato fatto per proteggere 50 miliardi di risparmi, 2 milioni di clienti, 200.000 imprese e il lavoro di 10.000 persone con le loro famiglie, e, nel complesso, per salvaguardare una delle aree produttive più dinamiche del Paese. Sostenere i territori è nella nostra cultura e nel nostro ideale di fare bene la banca, soprattutto laddove c’è bisogno. Lo testimonia il recentissimo intervento a favore dei terremotati di Ischia e il fatto che, a seguito del sisma che ha colpito il centro Italia lo scorso anno, abbiamo sentito la necessità di intervenire con diverse iniziative: dalla cancellazione dei mutui prima casa su immobili inagibili per 20 milioni di euro, alla moratoria dei prestiti, al plafond di 250 milioni di finanziamenti per la ricostruzione e il ripristino, ai 15 milioni per le PMI messi a disposizione insieme all’ACRI, alle aree di co-working nelle filiali Intesa Sanpaolo per professionisti e imprese rimasti senza sede, alla polizza vita a favore dei minori che hanno perso i genitori, alla raccolta fondi interna, con Fondazione ProSolidar e l’adesione a iniziative nazionali (“un aiuto subito”, Anpas e ACLI)”.
“Il nostro obiettivo – ha concluso Barrese – è quello di promuovere un modello di business che sia collaborativo e centrato sulla persona e sullo sviluppo delle generazioni presenti e future. Nel nostro fare bene la banca non esistono compromessi tra ritorno economico e obiettivi sociali perché questi vanno di pari passo e si alimentano a vicenda”.
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Barrese (Intesa Sanpaolo): “Nella Banca dei Territori il futuro è già oggi”