La lancetta del barometro punta sempre più verso i fondi passivi. L’ultimoMorningstar active/passive barometer rivela che negli Stati Uniti i gestori attivi perdono posizioni rispetto ai prodotti indicizzati.
Il rapporto, che è stato lanciato nel giugno 2015 e viene aggiornato ogni semestre, misura il tasso di successo dei fondi americani attivi rispetto a quelli passivi nelle rispettive categorie di riferimento. Sin dalla prima edizione ha messo in luce la difficoltà per i primi di ottenere rendimenti più elevati dei secondi, soprattutto nel lungo periodo, e i più alti tassi di mortalità (chiusure o fusioni). Rispetto a un anno fa, tuttavia, il quadro si è ulteriormente deteriorato. Dieci delle 12 categorie considerate nello studio sono peggiorate.
Dove i gestori fanno più difficoltà
Nel dettaglio, i gestori attivi value sono quelli più penalizzati su tutti i tipi di portafoglio (large, mid e small cap). “La ragione è probabilmente nel cambio di leadership tra l’approccio al valore e alla crescita”, si legge nello studio firmato da Ben Johnson e Alex Bryan, “Nei dodici mesi terminati il 30 giugno 2015, l’indice Russell 3000 Growth ha battuto il Russell 3000 Value di 7,07 punti percentuali. Nei successivi dodici mesi (al 30 giugno 2016), il secondo ha fatto meglio dello 0,23%. Di conseguenza, i manager attivi value che erano stati premiati per le scommesse fuori dal loro stile sono stati colpiti più duramente”.
L’importanza dei costi
Come altri studi in passato, anche quest’ultimo rivela che i costi sono una variabile fondamentale nel decretare il tasso di successo. Ad esempio, i fondi US large cap value meno cari hanno un success ratio a dieci anni del 66% che scende al 18% per i comparti più costosi. In sostanza, più alte sono le spese, maggiore è la probabilità che un prodotto abbia rendimenti deludenti o venga chiuso.
Il segmento delle blue chip è quello dove i tassi di successo dei fondi attivi nel lungo periodo sono più bassi, mentre sulle small cap, ma anche nel reddito fisso, i gestori possono fare la differenza rispetto ai prodotti indicizzati.
Infine, il report rivela che gli investitori tendono a preferire i fondi con le migliori performance. Il rendimento ponderato per gli asset, infatti, è superiore a quello “equi-pesato”. Non sempre, però, scelgono i prodotti meno costosi, nonostante questo fattore sia una importante determinante dei ritorni che potranno ottenere.