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Barometro delle guerre: Zelensky apre ai negoziati con la Russia, Mosca: “Dipende da Kiev cosa intende per pace”. A Gaza troppe vittime civili

Imagoeconomica

Far sedere la Russia al tavolo di un summit di pace fissato per novembre: la proposta arriva dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma il Cremlino ha respinto l’idea di un secondo incontro, ritenendo inaccettabili le condizioni proposte dall’Ucraina. Questa mossa del capo ucraino arriva in un momento cruciale, in vista delle elezioni negli Stati Uniti, dove i sondaggi mostrano Donald Trump in vantaggio dopo il fallito attentato, ma Zelensky non sembra preoccupato: “La gran parte dei repubblicani ci sostiene”, ha assicurato durante una conferenza stampa a Kiev. Il vertice sarà preceduto da incontri internazionali cruciali, con il primo previsto a fine luglio o inizio agosto a Doha, Qatar, focalizzato sulla sicurezza energetica.

La situazione rimane tesa sul campo, con segnalazioni di attacchi da entrambe le parti: le forze ucraine hanno abbattuto droni russi nella regione di Kiev, causando danni a edifici non residenziali ma senza provocare vittime. I combattimenti continuano con schermaglie attorno a Kharkiv e scontri più intensi nella regione di Donetsk, dove la difesa ucraina ha respinto una ventina di attacchi diretti verso Pokrovsky. Il Cremlino da parte sua ha riferito di aver 13 droni ucraini, di cui nove nella regione di Rostov, uno a Belgorod, uno a Kursk, uno a Voronezh, e uno sul Mar Nero vicino alla Crimea.

La comunità internazionale continua a essere preoccupata per la situazione umanitaria e la sicurezza dei civili a Gaza. I negoziati per un nuovo cessate il fuoco, previsti al Cairo e in Qatar, proseguono come confermato dai media ufficiali israeliani. Tuttavia, le dichiarazioni contrastanti di Hamas, che minaccia di congelare le trattative dopo il tentato assassinio del capo delle Brigate Qassam Mohammed Deif da parte dell’Idf, complicano il processo.

Zelensky apre alla Russia per i negoziati di pace, ma Mosca rifiuta

L’apertura di Zelensky alla possibilità che la Russia partecipi al prossimo vertice di pace rappresenta un cambio di passo significativo rispetto alla sua posizione precedente. Fino ad ora, il leader ucraino si era sempre dichiarato contrario a trattare con Putin, tanto che nel 2022 aveva ratificato la decisione del Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale del 30 settembre, che affermava l’impossibilità di negoziare con il presidente della Federazione Russa.

“Il primo summit di pace non era affatto un summit di pace; quindi, bisogna capire cosa” il presidente ucraino “abbia in mente” quando parla di secondo summit di pace. Lo ha detto il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov. Il primo vertice per la pace voluto da Kiev si è tenuto a metà giugno in Svizzera, senza i russi.

Per quanto riguarda un’eventuale vittoria del Tycoon, il Cremlino ha dichiarato che è prematuro discutere di un suo coinvolgimento nei negoziati di pace. “In questo momento, è un candidato alle presidenziali degli Stati Uniti a partire da ieri. Aspettiamo i risultati delle elezioni, gli elettori americani determineranno da soli il loro futuro, questa è una loro preoccupazione, non nostra”, ha detto Peskov. “Per ora procediamo partendo dalla realtà esistente. Vediamo che l’attuale amministrazione” americana “è contraria a qualsiasi dialogo e insiste ancora nel continuare la guerra fino all’ultimo ucraino”.

Così i negoziati di pace rimangono in stallo. Secondo l’Istituto per lo studio della guerra (Isw), mentre Kiev è disposta a trattare secondo le norme del diritto internazionale, un aspetto ritenuto ragionevole dalla comunità internazionale. mentre la Russia sembra insistere su condizioni che includono la completa resa di Kiev, posizioni che secondo gli analisti internazionali violerebbero il diritto internazionale.

Nel frattempo, il conflitto ha inflitto pesanti perdite ad entrambe le parti: secondo le forze armate ucraine, la Russia ha subito oltre 561.400 perdite dal 24 febbraio 2022, con più di 1.110 vittime solo nell’ultimo giorno di combattimenti. Le operazioni militari hanno visto un uso massiccio di mezzi pesanti, inclusi carri armati, veicoli corazzati e droni, con danni significativi alle infrastrutture e un impatto devastante sulla popolazione civile.

La presidenza ungherese di Orban minaccia la stabilità della Ue

La presidenza ungherese della Ue si trova ora in una turbolenta crisi istituzionale, alimentata dalle azioni controversie di Viktor Orban. Orban ha assunto un ruolo di primo piano senza un chiaro mandato europeo, incontrando leader come Putin, Xi Jinping e un Donald Trump nuovamente in corsa per la Casa Bianca. Questo ha sollevato dubbi significativi sul futuro del semestre europeo, già compromesso dalla stagione estiva. La discussione si è intensificata anche all’Ecofin questa mattina. Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha ribadito l’importanza che la Ue continui a collaborare con i partner del G7 per garantire un adeguato sostegno finanziario all’Ucraina. Tuttavia, sotto la presidenza ungherese, il sostegno a Kiev sembra non essere una priorità evidente. La Commissione europea ha reagito decidendo di non far partecipare i commissari agli incontri ministeriali informali convocati dall’Ungheria, una mossa senza precedenti che sottolinea le tensioni crescenti all’interno della Ue. Inoltre, la ministra spagnola del lavoro Yolanda Diaz Perez ha annunciato che non parteciperà alla riunione informale dei ministri Ue prevista per ottobre.

Gaza, nuovi raid israeliani: Blinken protesta per l’alto numero di vittime

Israele è nuovamente al centro delle critiche internazionali per il bilancio di vittime civili nei bombardamenti su Gaza, con il segretario di stato americano Antony Blinken che ha definito “inaccettabilmente alto” il numero di morti tra i civili, salito a 38.664. Mentre Irene Montero, eurodeputata di The Left, ha condannato Netanyahu per quello che ha definito un genocidio a Gaza, chiedendo l’interruzione dell’accordo di associazione con Israele.

Gli attacchi israeliani, intensificatisi di recente, hanno incluso un raid su un campo profughi e numerose scuole gestite dalle Nazioni Unite, provocando oltre 90 vittime nel campo di al-Mawasi vicino a Khan Younis.

Durante la scorsa notte, aerei israeliani hanno mirato alle “infrastrutture terroristiche degli Hezbollah nelle aree di Houla, Kfarkela e Bani Haiyyan nel sud del Libano“. L’azione è stata confermata dall’esercito, il quale ha anche segnalato che l’artiglieria israeliana ha preso di mira “Blida, Deir Mimas e Rmeish per eliminare una minaccia”.

In un altro incidente, sono stati riportati feriti lievi tra gli israeliani in un attacco con arma da fuoco contro un veicolo in transito vicino allo svincolo di Ramin, nella parte settentrionale della Cisgiordania, nei pressi dell’insediamento ebraico di Shavei Shomron. Il portavoce militare ha dichiarato che l’esercito è attualmente alla ricerca degli autori dell’attacco.

Usa, due navi commerciali attaccate dagli Houthi nel Mar Rosso

Si riaccende la tensione nel Mar Rosso. I ribelli Houthi hanno attaccato due navi commerciali nel Mar Rosso, secondo quanto riportato dal Comando centrale delle Forze armate statunitensi (Centcom). La petroliera MT Chios Lion, di bandiera liberiana e gestita dalla Grecia, è stata danneggiata da un drone marino durante l’attacco, sebbene non abbia richiesto assistenza e non ci siano stati feriti o vittime riportati. La seconda nave, la MT Bentley I, una nave cisterna di proprietà israeliana e gestita da Monaco, è stata presa di mira con un missile balistico dopo un primo attacco utilizzando due piccole imbarcazioni e un drone marino. Fortunatamente, non sono stati segnalati danni, feriti o vittime in questo secondo incidente.

In aggiunta, Centcom ha confermato la distruzione di cinque droni Houthi nelle ultime 24 ore, tre nel Mar Rosso e due nelle aree controllate dai ribelli nello Yemen.

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