Il temuto allargamento della guerra in Israele è purtroppo realtà: il Pakistan ha lanciato una serie di attacchi aerei contro l’Iran, un giorno dopo che quest’ultimo aveva colpito il suolo pakistano. Entrambi i paesi hanno giustificato le loro azioni come misure mirate contro milizie ribelli, cercando forse di attenuare le tensioni regionali in un momento già teso a causa del conflitto tra Israele e Hamas, che ha messo a dura prova la stabilità del Medio Oriente. In tutto questo, c’è chi avanza un tentativo di mediazione, la Cina si propone come “mediatore”, e chi invece non arretra neanche di un centimetro. Una situazione ancora più agitata dalla presenza di attori non statali (come i ribelli Houthi nello Yemen) e dall’attenzione legata ad altri conflitti, come quello in Ucraina, alle porte dell’Europa.
Iran-Pakistan: cosa è successo?
L’escalation tra Iran e Pakistan è scaturita da raid compiuti da entrambe le parti. Dopo che Teheran ha attaccato “basi di militanti” nel Baluchistan pakistano, Islamabad ha risposto colpendo “gruppi di terroristi”. Secondo i media iraniani i missili hanno colpito il villaggio di Saravan nel Sistan-Baluchistan iraniano al confine con il Pakistan, causando almeno nove vittime.
Secondo quanto riportato da Reuters, il Pakistan ha fortemente condannato gli attacchi iraniani sul suo territorio, definendoli una violazione dello spazio aereo e minacciando conseguenze gravi. Non è chiaro perché l’Iran abbia scelto questo momento per colpire il Pakistan, una nazione con cui aveva mantenuto relazioni relativamente stabili fino a quel punto. Teheran ha anche attaccato obiettivi in Iraq e Siria, forse nel tentativo di provocare un’escalation militare regionale, anche se si trova senza alleati.
SI teme per un escalation del conflitto in Medio Oriente, anche se la risposta del governo pakistano intende scongiurare tale pericolo. “Il Pakistan rispetta appieno la sovranità e l’integrità territoriale della Repubblica islamica dell’Iran. L’azione intrapresa oggi aveva come unico obiettivo la salvaguardia della nostra sicurezza e degli interessi nazionali”. Nonostante questa dichiarazione, le autorità pakistane hanno interrotto le relazioni diplomatiche, richiamando il proprio ambasciatore e espellendo l’inviato iraniano. Teheran ha condannato le azioni pakistane, richiedendo spiegazioni e aggiungendo ulteriori complessità a questa delicata situazione geopolitica.
Mar Rosso, Houthi: “Continueremo ad attaccare le navi”
I ribelli Houthi hanno assicurato che continueranno a prendere di mira le navi in transito nel Mar Rosso, in solidarietà con i palestinesi di Gaza, dopo una nuova serie di raid effettuati stanotte dalle forze americane sullo Yemen. Le forze americane, dice l’esercito Usa in una nota, “hanno condotto attacchi contro 14 missili Houthi sostenuti dall’Iran che erano carichi per essere lanciati nelle aree controllate dagli Houthi nello Yemen. Questi missili su rotaie di lancio rappresentavano una minaccia imminente per le navi mercantili”. La tensione resta alle stelle.
Israele: “Operazioni esercito continuano a Gaza sud e nord”
Nel frattempo, le forze armate stanno proseguendo le operazioni nella Striscia di Gaza, sempre più devastata. Il portavoce militare ha dichiarato che nelle ultime 24 ore sono stati “eliminati circa 60 terroristi di Hamas”. Di questi, ha specificato, 40 a Khan Yunis, dove è stata colpita anche la “residenza di un terrorista”, contenente “granate, fucili mitragliatori, equipaggiamento militare e risorse tecnologiche”. Nella parte settentrionale di Gaza, sono stati condotti raid aerei contro “terroristi armati che rappresentavano una minaccia per i soldati, inclusi alcuni in prossimità di una scuola”. Sempre nella zona settentrionale, “le truppe sono entrate in un complesso della Jihad islamica”.
Il Parlamento europeo chiede un cessate il fuoco permanente a Gaza
Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione non vincolante, con 312 voti favorevoli, 131 contrari e 72 astensioni, sottolineando (per la prima volta dal 7 ottobre) la necessità di un cessate il fuoco permanente a Gaza. Gli eurodeputati hanno espresso il loro profondo cordoglio per le vittime innocenti da entrambe le parti del conflitto, sottolineando contemporaneamente la necessità di riprendere gli sforzi verso una soluzione politica, subordinata al rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi e all’eliminazione di Hamas.
Orbán: “Aiuti a Kiev solo su base annuale e fuori bilancio”
Il presidente turco Viktor Orbán si riaffaccia nel dibattito sui contrasti con gli altri Stati membri riguardo al bilancio dell’Unione europea. In un intervento su X, il leader ungherese afferma: “Gli eurodeputati sembrano voler privare i cittadini del diritto di determinare il proprio futuro. È una posizione chiaramente antidemocratica! L’Ungheria non può concordare. Se desideriamo fornire aiuto all’Ucraina, dovremmo farlo al di fuori del contesto del bilancio dell’Ue e su base annuale”.
Nel frattempo, una nuova notte di raid ha coinvolto entrambi i fronti: le forze russe hanno lanciato 33 droni kamikaze sull’Ucraina, ma ben 22 di essi sono stati intercettati e abbattuti dalle difese aeree di Kiev. Dall’altra parte, le forze ucraine hanno colpito la regione di Belgorod, causando il ferimento di una donna. Nel frattempo, Mosca ha dichiarato di aver neutralizzato due missili, uno dei quali diretto verso la capitale e l’altro verso Leningrado. Kiev ha rivendicato anche un attacco a un deposito di petrolio a San Pietroburgo. La situazione continua a intensificarsi mentre una risoluzione del conflitto appare sempre più lontana.