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Barometro delle guerre. L’Armata rossa avanza in Ucraina, Israele su Rafah malgrado il dissenso Usa

I russi guadagnano terreno in Ucraina mentre Israele non ascolta i consigli americani e avanza su Rafah

Barometro delle guerre. L’Armata rossa avanza in Ucraina, Israele su Rafah malgrado il dissenso Usa

Le forze russe conquistano terreno in Ucraina e avanzano con determinazione verso Kharkiv. Vari i successi lungo tutta la frontiera. La strategia russa è chiara: estendere il fronte fino a mille chilometri, sapendo che l’Ucraina è in difficoltà per la mancanza di uomini oltre che di armi. La situazione è in peggioramento con l’Ucraina costretta a ritirarsi da alcune posizioni, come conferma il capo delle forze ucraine, “La situazione si è sostanzialmente aggravata”, ha affermato il comandante delle forze armate Alexander Syrsky, “ma la difesa sta mantenendo le posizioni”. Mosca intanto ha dichiarato la conquista di diversi villaggi ucraini al confine con Kharkiv.

“Continuano le battaglie difensive, feroci battaglie su gran parte della nostra fascia di confine” nel Kharkiv, ha spiegato Volodymyr Zelensky secondo cui “alcuni villaggi sono passati da una ‘zona grigia’ a una zona di guerra” e “gli occupanti stanno tentando di prendere il controllo di alcuni di essi mentre ne utilizzano altri per avanzare”.

Anche se la città di Kharkiv sembra al momento essere al sicuro da un attacco diretto, spiegano gli analisti di guerra, la situazione resta tesa e le operazioni militari proseguono su diversi fronti, incluso Donetsk. La situazione più difficile resta a Vovchansk, dove è in atto l’evacuazione di più di 4 mila civili sotto il pesante fuoco nemico.

Mentre il governo di Zelensky continua a chiedere rapide consegne delle forniture di armi occidentali, i partner osservano con preoccupazione gli ultimi sviluppi sul terreno, gli ennesimi a sfavore di Kiev. “È un momento molto delicato ed è triste che le nostre armi siano state sbloccate così tardi” ha commentato David Cameron, ministro degli Esteri inglese mentre più cauto è il ministro degli Esteri Antonio Tajani che esclude attacchi diretti alla Nato ma sottolinea l’importanza di monitorare attentamente le mosse russe.

Kiev: l’esercito arranca, più efficace oltre confine

L’esercito ucraino, in difficoltà sul fronte interno, ha risposto con attacchi oltreconfine, colpendo impianti industriali e petroliferi in Russia con droni. La raffineria di petrolio a Volgograd, un deposito petrolifero nella regione di Kaluga e lo stabilimento metallurgico Novolipetsk nel Lipetsk sono stati presi di mira dall’intelligence militare ucraina.

La regione di Belgorod è stata pesantemente colpita dai missili ucraini, con un palazzo residenziale di dieci piani che è crollato dopo che uno dei missili abbattuti dalla contraerea russa ha colpito l’edificio. Il bilancio attuale è di 18 morti. Mosca sostiene che si tratti di un missile “fornito dalla Nato“.

“Il brutale attacco terroristico di oggi da parte del regime di Kiev contro i quartieri pacifici di Belgorod ha causato decine di vittime, ed è stato effettuato con l’uso di armi fornite dai Paesi della Nato”, ha accusato la missione russa all’Osce chiedendo la condanna internazionale del raid, sul quale nessun commento è giunto dalle autorità di Kiev.

“L’attacco terroristico a Belgorod è un altro anello sanguinoso nella catena dei crimini del regime di Kiev”, ha tuonato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova secondo cui i” bombardamenti mirati su civili sono diventati la firma del gruppo criminale di Zelensky, sostenuto da sponsor occidentali”.

Dopo l’attacco a Belgorod, la Russia come accaduto sempre ha promesso una risposta. Nel frattempo, viene congelato il possibile scambio di 27 prigionieri, tutti medici, mediato dal Vaticano da un mese, nonostante l’interesse espresso da Papa Francesco a riprendere i negoziati.

Russia: rimpasto alla Difesa, via Shoigu arriva un civile

Intanto, mentre la Russia guadagna terreno in Ucraina a Mosca, uno scossone ha agitato il sistema dell’apparato militare e della sicurezza russo. Putin ha deciso a sorpresa di sostituire, dopo 12 anni alla guida del ministero della Difesa, Serghei Shoigu con un civile, Andrei Belousov. Non un siluramento definitivo per Shoigu che viene spostato al Consiglio di Sicurezza nazionale al posto di Nikolai Patrushev. Per lui invece nessuna indicazione sul suo prossimo futuro.

Nonostante la sua posizione vacillasse pochi si aspettavano una rimozione di Shoigu proprio mentre le truppe russe stavano ottenendo successi in Ucraina. Oltrettutto sorprende che al suo posto sia stato nominato un civile senza esperienza militare: Belousov, 65 anni, ha principalmente esperienza nel settore economico e finanziario, avendo ricoperto incarichi come ministro dello Sviluppo Economico tra il 2012 e il 2013, consigliere del presidente per gli affari economici dal 2013 e primo vice premier dal gennaio 2020.

Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha giustificato la nomina di Belousov al ministero della Difesa con l’importanza dell'”innovazione“, un dicastero che “deve essere assolutamente aperto all’introduzione di idee avanzate e alla creazione di condizioni per la competitività economica”.

Guerra Israele-Hamas: intensificati gli attacchi su Rafah

Sul fronte della guerra in Medio Oriente, Israele conferma l’avanzamento dell’operazione a Rafah “finché non restituiremo i nostri ostaggi, smantelleremo Hamas e le sue capacità militari”, ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Durante la notte, Israele ha condotto raid su Rafah, colpendo la polizia di Hamas. Attacchi aerei sono stati effettuati anche nel quartiere di Shejaiya a Gaza City, causando vittime e feriti.

Dall’inizio della guerra il bilancio delle vittime, secondo il ministero della sanità di Hamas, ha superato i 35.000 morti. Il Segretario di Stato americano Blinken ha criticato Israele per il numero di civili uccisi, chiedendo maggiori sforzi per proteggerli. Ha anche ribadito agli Stati Uniti l’impegno per la sicurezza di Israele e la sconfitta di Hamas.

Il segretario di Stato ha poi sottolineato che gli Usa “non hanno ancora visto” un “piano chiaro e credibile” per proteggere i civili a Rafah, come richiesto più volte da Washington. Ma ha precisato che sul blocco delle armi allo Stato ebraico – minacciato dal presidente Joe Biden in caso di attacco alla città – “al momento l’unica” consegna rinviata sono le “bombe ad alta carica perché ci sono trattative in corso con Israele, dato l’impatto che queste armi potrebbero avere se usate in aree densamente popolate”. Hamas ha criticato Biden per aver suggerito un cessate il fuoco condizionato al rilascio degli ostaggi israeliani, considerandolo un passo indietro rispetto ai progressi precedenti nei negoziati.

Intanto Egitto e Libia si uniscono al Sudafrica nell’accusa di “genocidio” dei palestinesi contro Israele. Il Cairo è sempre più preoccupato per le azioni israeliane al confine di Rafah, giustificando la sua preoccupazione con il “peggioramento della gravità e della portata degli attacchi contro i civili palestinesi”. Un funzionario egiziano ha avvertito che l’operazione a Rafah mette a rischio il trattato di pace con Israele, fondamentale per la stabilità regionale, e ha presentato proteste a Israele, agli Stati Uniti e ai governi europei.

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