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Barometro delle guerre, Blinken incontra Netanyahu: “Incontro positivo”. Mosca: “Dopo l’offensiva a Kursk negoziati inappropriati”

Nonostante l’apertura ai negoziati con Hamas, Netanyahu resta rigido su punti chiave. L’offensiva ucraina avanza a Kursk mentre Mosca conquista terreno nel Donbass

Barometro delle guerre, Blinken incontra Netanyahu: “Incontro positivo”. Mosca: “Dopo l’offensiva a Kursk negoziati inappropriati”

Hamas ha rivendicato l’attentato a Tel Aviv avvenuto proprio mentre il segretario di Stato Antony Blinken atterrava in Israele per incontrare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Blinken era in missione per promuovere una proposta di cessate il fuoco, sostenuta dagli Stati Uniti, che ha definito come la “migliore, forse l’ultima” possibilità per garantire la sicurezza nella regione. I colloqui si sono concentrati sul ritorno a casa degli ostaggi israeliani, sul ritiro delle truppe israeliane dai principali centri abitati di Gaza e su un possibile accordo di tregua di sei settimane.

Nonostante un’apparente apertura nei negoziati, Netanyahu, ha mantenuto una posizione rigida su alcune questioni chiave, come il rifiuto di ritirarsi dal Corridoio di Filadelfia, una zona strategica lungo il confine tra Gaza ed Egitto. Netanyahu ha dichiarato che i negoziati non saranno un “dare e dare”, ma piuttosto un “dare e prendere”, sottolineando la complessità delle trattative.

Nel frattempo, le tensioni tra Russia e Ucraina continuano ad intensificarsi, con sviluppi sul campo che sembrano allontanare ogni possibilità di dialogo. L’ultimo colpo sferrato da Kiev ha visto la distruzione del terzo e ultimo ponte sul fiume Seym nella regione di Kursk, un’azione che ha paralizzato i rifornimenti delle forze russe. Di fronte a questa nuova offensiva, Mosca ha chiaramente risposto: nessuna trattativa, almeno per ora.

Hamas rivendica attentato a Tel Aviv

Sebbene l’amministrazione Biden sperasse di raggiungere un accordo già questa settimana, l’attentato a Tel Aviv, avvenuto circa un’ora dopo l’arrivo di Blinken e rivendicato da Hamas insieme alla Jihad Islamica Palestinese, ha complicato ulteriormente il processo di pace. L’esplosione, vicino a una sinagoga, ha provocato la morte dell’attentatore e il ferimento di un’altra persona. L’attacco è stato definito dalle autorità israeliane come un “atto terroristico”.

Hamas ha avvertito che operazioni simili potrebbero ripetersi se il conflitto a Gaza continuerà, richiamando alla memoria i tragici eventi della seconda intifada, caratterizzata da numerosi attentati suicidi. Questo aumento della violenza rappresenta un ostacolo significativo per gli sforzi diplomatici in corso e rende ancora più urgente la ricerca di una soluzione.

La situazione sul campo: tra conflitto e crisi umanitaria

Sul fronte militare, Israele continua la sua operazione nella Striscia di Gaza, che ha provocato la morte di decine di migliaia di persone e ha portato metà della popolazione in condizioni di estrema precarietà, descritte da alcuni come “simili alla carestia”. Le forze israeliane hanno condotto una delle campagne più devastanti di questo secolo, in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre, in cui circa 1.200 persone sono state uccise, principalmente civili.

La comunità internazionale, compresi gli alleati occidentali di Israele, ha esercitato pressioni su Tel Aviv per consentire l’ingresso di maggiori aiuti umanitari a Gaza, ma finora queste richieste sono state accolte con resistenza. Nel frattempo, il numero di vittime continua a crescere, aggravando una crisi umanitaria già drammatica.

Il ruolo degli Stati Uniti e le prospettive future

Nonostante le tensioni tra il governo israeliano e l’amministrazione Biden, gli Stati Uniti restano un partner chiave per Israele, fornendo supporto militare e finanziario, e giocando un ruolo cruciale nei negoziati in corso. Tuttavia, l’accordo di cessate il fuoco proposto, che include il rilascio di ostaggi israeliani in cambio di detenuti palestinesi e il ritiro delle truppe israeliane, appare sempre più difficile da realizzare a causa delle condizioni imposte da entrambe le parti.

Con Blinken che si prepara a proseguire il suo viaggio in Egitto, il futuro delle trattative rimane incerto. La comunità internazionale osserva con preoccupazione, consapevole che il fallimento di questi negoziati potrebbe portare a un’ulteriore escalation del conflitto, con conseguenze devastanti per l’intera regione mediorientale. Tanto che la compagnia aerea statunitense American Airlines ha annunciato la sospensione delle sue operazioni in Israele fino ad aprile 2025. Non ci saranno voli in partenza né in arrivo durante questo periodo, secondo quanto riportato da alcuni media israeliani, tra cui Haaretz.

Mosca blocca i negoziati e avanza nel Donbass

L’attacco ucraino ha messo fuori uso l’ultima infrastruttura strategica per i rifornimenti delle forze russe nella zona, rendendo la situazione ancora più complicata per l’esercito di Mosca. Questo episodio ha portato l’assistente presidenziale russo, Yuri Ushakov, a dichiarare che, data la situazione attuale, sarebbe “del tutto fuori luogo” iniziare negoziati con l’Ucraina. Ushakov ha specificato che, per il momento, non c’è alcuna intenzione di sedersi al tavolo delle trattative, lasciando intendere che la situazione potrebbe protrarsi finché la Russia non ristabilirà il controllo sul campo.

Nel frattempo, la macchina da guerra russa non si ferma. Le truppe di Mosca hanno conquistato il villaggio strategico di Artyomovo nella regione di Donetsk e stanno avanzando verso Pokrovsk. Il progresso è tale che le autorità ucraine hanno disposto l’evacuazione forzata dei bambini dalla città, con poche settimane di tempo per mettersi al sicuro.

Zelensky accusa Mosca su Zaporizhzhia

Ma non è solo sul fronte militare che si gioca questa partita. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un’accusa pesante: la Russia sta usando la centrale nucleare di Zaporizhzhia come una bomba a orologeria, ammassando armi e munizioni sul sito e minacciando l’intera Europa. “Solo riprendendo il controllo della centrale possiamo garantire la sicurezza”, ha dichiarato il leader ucraino, mentre l’ombra di una catastrofe nucleare si fa sempre più concreta.

Modi in Ucraina: l’India entra in gioco mentre l’Europa affronta sfide economiche

In questo scenario complesso, la diplomazia non rimane a guardare. L’annuncio della visita del premier indiano Narendra Modi in Ucraina, la prima dall’inizio del conflitto, potrebbe segnare un nuovo capitolo nelle relazioni internazionali. Un segnale che l’India, pur non avendo aderito alle sanzioni contro Mosca, è pronta a giocare un ruolo attivo in questa crisi.

E mentre l’Europa ribadisce il suo sostegno a Kiev, con la Germania in prima linea nel garantire aiuti fino al 2025, emergono dubbi sulla capacità di mantenere questo impegno a lungo termine. Berlino ha infatti manifestato preoccupazioni circa la disponibilità dei fondi necessari per continuare a supportare militarmente l’Ucraina.

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