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Barometro delle guerre: Biden dice sì alle armi per colpire la Russia. Nuovo raid di Israele su campo profughi a Gaza

L’Ucraina potrà colpire obiettivi militari russi al confine con armi americane, ma non a lungo raggio. Intensi combattimenti a Kharkiv, esercitazioni militari congiunte Russia-Bielorussia. In Medio Oriente nuovi raid israeliani a Gaza, e tensioni tra Israele e Egitto per la riapertura del valico di Rafah

Barometro delle guerre: Biden dice sì alle armi per colpire la Russia. Nuovo raid di Israele su campo profughi a Gaza

L’amministrazione Biden ha dato il via libera all’Ucraina per utilizzare armi fornite dagli Stati Uniti contro obiettivi militari russi, ma solo nelle zone vicine al confine. Questa decisione arriva dopo settimane di pressione ucraina e il sostegno di diversi paesi europei e del Canada. Tuttavia, gli attacchi devono rispettare il diritto internazionale e non devono mirare a infrastrutture civili. Nel frattempo, l’escalation dei combattimenti tra Russia e Ucraina continua, con attacchi russi a Kharkiv e una possibile seconda fase dell’offensiva russa. Anche Israele è protagonista con un nuovo raid aereo a Gaza, mentre si registra uno scontro con l’Egitto riguardo alla riapertura del valico di Rafah agli aiuti umanitari.

Ucraina: sì alle armi contro Mosca ma solo “a corto raggio”

Joe Biden ha quindi detto sì alle armi per colpire la Russia. L’amministrazione del presidente americano ha segretamente autorizzato Kiev a utilizzare armi fornite dagli Stati Uniti per colpire obiettivi militari all’interno del territorio russo ma solo nelle zone limitrofe al conflitto. A riferirlo è stato Politico, citando funzionari statunitensi e altre fonti informate.

“Il presidente ha recentemente ordinato al suo team di garantire che l’Ucraina sia in grado di utilizzare le armi statunitensi per scopi di controfuoco a Kharkiv, in modo che l’Ucraina possa rispondere alle forze russe che la colpiscono o si preparano a colpirla”, ha detto un funzionario Usa specificando che la politica di attacchi a lungo raggio all’interno della Russia “non è cambiata”. In pratica, l’Ucraina potrà quindi usare armi fornite dagli Usa solo per colpire obiettivi militari vicino al confine russo, ma non può impiegare missili Atacms, capaci di colpire obiettivi fino a 300 km di distanza. Inoltre, Kiev non dovrà colpire infrastrutture di uso civile.

Ucraina: accordo arrivato dopo settimane di pressing di Zelensky

Il sì di Washington arriva dopo settimane di pressing ucraino e dopo il via libera già annunciato da una lista sempre più lunga di paesi europei: Francia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Finlandia, Svezia, paesi Baltici. Sì anche del Canada e anche la Germania sembra essere allineata alla decisione.

“Gli alleati si aspettano che l’uso delle armi fornite all’Ucraina contro la Russia, ovvero colpendo obiettivi militari al di là del confine, avvenga “in linea con il diritto internazionale e in modo responsabile” ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg all’informale esteri di Praga.

“Oggi portiamo avanti le decisioni che verranno poi finalizzate al summit di Washington e si vedrà un pacchetto forte per l’Ucraina” ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken a Praga. “Abbiamo un’alleanza più forte, più grande e con più risorse e prenderemo decisioni per portare la Nato nei prossimi 75 anni, adatta a fronteggiare le sfide del nostro tempo, e questo prevede anche il rafforzamento della collaborazione con i nostri partner nell’Indo-Pacifico”, ha aggiunto.

“Noi forniamo aiuti, anche militari, a una nazione aggredita, per difendersi e riconquistare la sua sovranità violata. La Costituzione, le leggi e la nostra postura internazionale non consentono, a mio avviso, di fare altro”. Lo afferma il ministro della Difesa Guido Crosetto, in una intervista al Domani.

Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha invece minacciato che la Russia potrebbe prendere misure di deterrenza nucleare se gli Stati Uniti dovessero dispiegare missili a corto e medio raggio in Europa e in Asia.

Mosca reagisce e colpisce Kharkiv

Sul campo i combattimenti a Volchansk, nella regione di Kharkiv, continuano con ferocia. La città ormai è descritta “in fiamme” dalle fonti militari ucraine con i soldati che proseguono in forte resistenza.

Quattro persone sono morte e 25 sono rimaste ferite, tra cui due bambini, in un attacco missilistico delle forze russe a Kharkiv, ormai principale zona dell’offensiva russa. Le forze russe hanno effettuato due raid successivi per colpire i soccorritori dopo il primo attacco. Anche se il numero delle truppe russe nell’area sta aumentando, sembra che non siano ancora sufficienti per un’offensiva su vasta scala, secondo il comandante delle forze armate ucraine, Alexander Syrsky.

Secondo l’Institute for the Study of War, l’esercito russo sta inviando rinforzi nella regione di Kharkiv per stabilire una “zona cuscinetto” e prepararsi per la “seconda fase” dell’offensiva. L’obiettivo una volta conquistata Volchansk è quello di conquistare direttamente la città di Kharkiv.

Nel frattempo, la difesa aerea russa nella regione di Krasnodar ha distrutto 29 droni e 5 missili da crociera antinave delle forze ucraine. Tre droni sono stati abbattuti anche nelle regioni di Belgorod, Voronezh e Tambov.

Esercitazioni militari congiunte Russia-Bielorussia

Si sono anche svolte delle esercitazioni militari congiunte tra Russia e Bielorussia. Equipaggi di caccia Su-30SM, bombardieri Su-24 e elicotteri Mi-24 e Mi-8 delle Forze aerospaziali russe hanno partecipato a esercitazioni congiunte con l’Aeronautica Militare e la Difesa Aerea delle Forze Armate della Bielorussia. Il Ministero della Difesa russo ha riportato che durante queste attività, svoltesi dal 27 al 31 maggio, gli equipaggi hanno testato l’uso pratico delle armi aeree contro obiettivi specifici.

Israele-Hamas: nuovo raid a Gaza

Un raid aereo condotto dalle forze israeliane contro il campo profughi di Bureij nella Striscia di Gaza ha causato almeno dodici morti, inclusi due bambini e tre donne.

Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno annunciato di operare nella parte centrale di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, per la prima volta. Durante queste operazioni, sono stati individuati lanciatori di razzi di Hamas, imbocchi di tunnel del terrore e armi, oltre a essere stato smantellato un deposito di armi di Hamas. Le operazioni dell’IDF includono anche la zona di Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza.

Continuano a piovere critiche interne al governo di Netanyahu. I familiari dei prigionieri rapiti da Hamas accusano, infatti, il governo di Israele di aver sacrificato i loro cari. L’accusa è giunta dopo un incontro con il consigliere per la sicurezza nazionale israeliano Tzachi Hanegbi, durante il quale hanno sostenuto che i prigionieri e l’intero Stato di Israele sono stati presi in ostaggio da coloro che prioritizzano gli interessi politici rispetto ai doveri nazionali.

Israele: la guerra costerà oltre 63 miliardi di euro

Arrivano anche i numeri economici della guerra. Il governatore della Banca Centrale d’Israele, Amir Yaron, ha stimato che il costo per Israele della guerra a Gaza sarà superiore a 63 miliardi di euro. Questa cifra include spese per la difesa, necessità civili e perdite di gettito fiscale previste per gli anni dal 2023 al 2025.

Yaron ha sottolineato che i costi per la sicurezza e la guerra rappresentano un onere significativo per il bilancio, prevedendo inoltre un aumento permanente del budget per la sicurezza con un impatto macroeconomico.

Scontro tra Israele e Egitto per riapertura valico di Rafah

Israele e l’Egitto avrebbero raggiunto un accordo per riaprire il valico di Rafah agli aiuti umanitari, secondo quanto riportato dai media israeliani. Tuttavia, l’Egitto smentisce l’esistenza di tale accordo, affermando che la riapertura non avverrà senza un completo ritiro israeliano dal valico.

“Non è vero che c’è un accordo tra Egitto e Israele per riaprire il valico di Rafah. L’Egitto mantiene la sua posizione, senza il ritiro totale di Israele dal valico di Rafah non sarà possibile riaprirlo agli aiuti umanitari”.

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