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Barnier, da ragazzo scalava le Alpi ma gestire la Francia è più difficile: una testimonianza

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Una giovane studentessa del sud Italia che si dedica negli anni 70 all’alpinismo, con un compagno di Perugia, quindi non certo un nordico montanaro, non poteva che preferire il versante francese delle Alpi a quello italiano più rigoroso e più formale.

Con i francesi ci si divertiva, non ci si arrampicava e basta. Erano alpinisti molto forti ma non mi guardavano come un’extraterrestre perché venivo da Catanzaro. I più ignoravano dove fosse collocata esattamente la mia città. Poi con loro riuscivamo anche a progettare dell’alpinismo in posti meno consueti, come ad esempio le montagne del Sahara.

Diciamo francamente che mi piacevano e io piacevo a loro. Finanche i miei spaghetti con il peperoncino erano più apprezzati del minestrone, al pari del mio rifiuto ad usare sulla roccia pesanti scarponi, a cui preferivo delle semplici scarpette Superga e gli attillati pantaloni da sci Ellesse più femminili di quelli alla zuava, di cui peraltro non esisteva la mia taglia.

La nomina di Barnier a Primo Ministro

Quando l’altra sera il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato la nomina di Michel Barnier non ho potuto fare a meno di pensare a lui come a un ragazzo carino, uno di quel gruppo di giovani alpinisti che attiravano la mia attenzione post-adolescenziale in qualche luogo dell’Alta Savoia, sebbene il mio fidanzato italiano fosse sempre il più bello. Se così è, Barnier è di certo abituato a scalate e confronti difficili.

I giovani alpinisti di allora avevano dei monumenti con cui confrontarsi e tra questi Pierre Mazeaud, oggi novantacinquenne. Grande alpinista, dal monte Bianco all’Himalaya ma anche grande giurista, politico gollista, Presidente della Corte Costituzionale Francese. Non posso ricordarlo come un ragazzo carino ovviamente ma di certo come una persona di cui avere soggezione e rispetto.

Di Barnier ho poi letto i passaggi di una notevole carriera politica e del suo importante ruolo nei Giochi Olimpici di Albertville 92 e quindi da sportiva mi auguro che faccia replicare alla Francia nel 2030 il successo di Parigi 2024, secondo quanto scritto ieri su Francs Jeux che ha titolato “Michel Barnier, une bénédiction pour les Alpes françaises 2030”.

Da Europea spero sia davvero una buona scelta per l’Europa.

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