Anche la Barbie, la bambola più famosa del mondo, diventa simbolo di sostenibilità e economia circolare. L’azienda che la produce, Mattel, ha infatti lanciato una virtuosa iniziativa di riciclaggio. Si chiama Mattel Playback e nasce da questo presupposto: è vero che i bambini crescono e dopo qualche tempo si stufano dei giocattoli, ma perchè lasciarli in cantina o ancora peggio buttarli, se invece i materiali di cui sono fatti possono essere recuperati e riutilizzati per realizzare nuovi oggetti? Fermo restando che un giocattolo (una bambola in questo caso, ma il progetto riguarda anche le macchinine Matchbox e le costruzioni MEGA Bloks) si può sempre regalare ad altri bambini, che siano parenti o disagiati, o anche ad ospedali e associazioni benefiche, ma il colosso americano vuole intanto fare la sua parte sull’impegno ambientale: basta sprechi di plastica, le Barbie e gli altri giocattoli che non servono più avranno una seconda vita.
Dove? Per ora solo in Usa, Canada, Germania, Regno Unito e Francia, che sono i cinque Paesi pilota dell’esperimento. Affinché abbia un esito apprezzabile, è necessaria la piena collaborazione delle famiglie: sono loro infatti, iscrivendosi sul sito della Mattel, a dover restituire i giocattoli inutilizzati, compilando un modulo e inviandoli attraverso un pacco che viene ovviamente prepagato dall’azienda. Quindi zero costi per i clienti, che però non avranno nemmeno particolari incentivi se non la soddisfazione di contribuire ad una giusta causa: “Infatti contiamo molto sulla sensibilità delle generazioni più giovani”, spiega ad esempio Christophe Salmon, capo di Mattel France. I materiali, principalmente plastica, vengono tritati e riciclati nella fabbricazione di altri oggetti, che non sono necessariamente altri giocattoli. Gli inventori della Barbie hanno un obiettivo dichiarato: entro il 2030 il 100% dei suoi prodotti e dei suoi imballaggi devono essere fatti di materiali riciclati, riciclabili o di origine vegetale.
Un impegno ormai improcrastinabile: ogni anno solo in Francia, cita Les Echos, 120.000 tonnellate di giocattoli diventano rifiuti. E sono anche poche, visto che secondo alcuni studi solo il 5% di bambole e macchinine viene buttato nell’immondizia: per il valore affettivo e famigliare, giacciono nelle abitazioni anche per 15 anni. Però è anche vero che solo un 10% viene riciclato.