“Gli interventi adottati dall’estate migliorano i conti pubblici, ma non sono sufficienti. Per un riequilibrio strutturale e duraturo è necessario che il Paese torni a crescere“. Questo il messaggio lanciato dal neo governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, intervendendo al XXX Congresso nazionale dell’Associazione italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia.
“Il difetto di crescita italiano – ha spiegato Visco – è in buona parte riconducibile al ritardo e alle incertezze con cui il sistema produttivo ha risposto negli ultimi vent’anni alle sfide dell’innovazione tecnologica, dell’affermarsi sulla scena mondiale di nuove economie, del deciso aumento dell’integrazione europea. L’ingresso nell’unione monetaria ha fatto venir meno gli effimeri guadagni derivanti dalla svalutazione nominale del cambio, ci ha imposto un maggior rigore fiscale per rispettare i patti europei”.
Una debolezza che ha danneggiato soprattutto “chi si affaccia oggi sul mercato del lavoro“, che “sembra escluso dai benefici della crescita del reddito occorsa negli ultimi decenni. I differenziali salariali per livelli di istruzione sono non solo inferiori a quelli di altri paesi, ma sono molto meno ampi per i lavoratori più giovani che per quelli più anziani”.
Insomma, secondo Visco, per innalzare il potenziale di crescita del nostro Paese sono necessari “interventi ad ampio spettro“. Tra questi, “una riforma degli istituti di governo dell’economia per stimolare l’attività d’impresa e l’inserimento durevole nel mondo del lavoro, soprattutto delle donne e dei giovani. Le principali aree di intervento sono note da tempo: più concorrenza, in particolare nei settori dei servizi protetti; un più ampio accesso al capitale di rischio, soprattutto per le imprese innovative; una regolamentazione del mercato del lavoro e un sistema di protezione sociale che, agendo congiuntamente, favoriscano la riallocazione delle risorse umane verso gli impieghi più produttivi; una giustizia civile più efficiente”.
Il governatore ritiene che “solo intaccando le nostre debolezze strutturali si possa rigenerare l’economia italiana”. Serve “un contesto istituzionale che favorisca il dinamismo e la crescita delle imprese, più stabilità e certezza del quadro normativo, un annullamento del ritardo infrastrutturale del Paese, particolarmente nei comparti dell’alta tecnologia. Il superamento del dualismo del mercato del lavoro può essere raggiunto attraverso una riforma organica della regolamentazione e della protezione sociale assetti della contrattazione più decentrati e flessibili possono consentire che remunerazione e organizzazione del lavoro siano meglio calibrati. sulle concrete condizioni produttive. Un’attenzione particolare va rivolta al Mezzogiorno, dove le lacune strutturali sono più gravi”.
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