Si riduce di 1,8 miliardi rispetto allo scorso anno l’utile netto della Banca d’Italia che nei prossimi anni potrebbe addirittura andare in rosso a causa del “rialzo dei tassi Bce che ha determinato un aumento immediato del costo delle passività di bilancio”. Lo ha detto il governatore Ignazio Visco nel corso della sua ultima assemblea, un’assemblea importante anche per la storia dell’Istituto di via Nazionale, che quest’anno compie 130 anni.
“Quella odierna è l’ultima assemblea che presiedo come governatore; il prossimo mese di novembre lascerò la guida dell’Istituto, nel quale feci ingresso nel 1972”, ha affermato Visco nel corso del suo intervento. Nominato il 1° novembre del 2021, il governatore ha sottolineato: “nei dodici, intensi, anni da me vissuti al vertice della Banca, importanti cambiamenti sono intervenuti nell’esercizio delle funzioni dell’Istituto. Per la sua successione, in pole position sembra esserci Fabio Panetta, ex direttore generale della Banca d’Italia e dal 2020 membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea.
Il bilancio 2022 della Banca d’Italia: l’utile cala a 2,1 miliardi, allo Stato 3 miliardi
L’assemblea dei partecipanti al capitale di Banca d’Italia ha approvato il bilancio 2022 che si è chiuso con un “risultato economico ancora in positivo, sebbene in diminuzione rispetto all’anno precedente”. Nel 2022, infatti, via Nazionale ha registrato un utile netto di 2,1 miliardi di euro, in calo di 1,8 miliardi rispetto ai 3,9 miliardi del 2021. Il risultato lordo della banca si è “significativamente ridotto” da 9,2 a 5,9 miliardi di euro a causa soprattutto della contrazione del margine di interesse per 1,5 miliardi e delle maggiori svalutazioni sui titoli valutati al mercato, soprattutto in dollari statunitensi, per ulteriori 1,5 miliardi”, si legge nel bilancio di Via Nazionale. Nonostante ciò, il dividendo distribuito agli azionisti è stato determinato in 340 milioni, pari a 4,5% del capitale. Nel 2022, inoltre, l’utile destinato allo Stato ammonta a 1,676 miliardi, a cui si aggiungono imposte di competenza per oltre 1,3 miliardi. Nel 2021 nelle casse dello Stato erano finiti 6,8 miliardi del 2021. Complessivamente però, negli ultimi dieci anni, l’utile cumulato riconosciuto allo Stato da Bankitalia ammonta a 38,2 miliardi a cui vanno aggiunte 12,8 miliardi di imposte di competenza.
Andando avanti coi dati contenuti nel bilancio, nel 2022 la consistenza di titoli di Stato italiani detenuta da Bankitalia per finalità di politica monetaria è stata pari a 630 miliardi di euro. Lo stock, si legge nella relazione annuale, è aumentato di 30 miliardi rispetto all’anno precedente. Questi titoli rientrano nell’attivo della Banca d’Italia che a fine 2022 ammontava a 1.477 miliardi di euro (-4% sul 2021) e la parte prevalente “continua ad essere rappresentata dai titoli acquistati per finalità di politica monetaria” che a fine anno era pari a 696 miliardi. Le attività detenute per finalità di investimento sono pari a 147 miliardi, dai 150 miliardi del 2021, di cui l’84% sono titoli pubblici.
Visco: “Bankitalia verso bilanci in rosso, perdite coperte dai fondi accumulati”
Nei prossimi anni la Banca d’Italia, come la Bce e le altre banche dell’Eurosistema, “si troverà a fronteggiare risultati lordi negativi, prima che gli utili tornino gradualmente a crescere” dopo il biennio 2023-2024. Lo ha affermato il Governatore Ignazio Visco, spiegando che il rosso si deve al “rialzo dei tassi Bce che ha determinato un aumento immediato del costo delle passività di bilancio, rappresentate soprattutto dai depositi delle banche e dal saldo debitorio TARGET, a fronte del quale non vi è stato un corrispondente incremento del rendimento delle attività di politica monetaria, meno sensibili alla crescita dei tassi in quanto costituite prevalentemente da titoli a tasso fisso e scadenza a medio-lungo termine. Questa asimmetria incide negativamente sul margine di interesse, che dopo la diminuzione del 2022 – prevede il governatore – è destinato a ridursi ulteriormente nei prossimi anni”. Per far fronte a questa situazione è previsto il “fondo rischi generali, alimentato quest’anno con un accantonamento di 2,5 miliardi, raggiungendo i 35,2 miliardi”.
La banca, si legge nella relazione, ha potuto accantonare negli ultimi anni le risorse necessarie “per rafforzare il patrimonio nell’ipotesi di perdite future” e le perdite “che potranno derivare dall’attuazione delle operazioni di politica monetaria non pregiudicheranno in alcun modo la capacità di perseguire e mantenere la stabilità dei prezzi“.
“La situazione internazionale continua a essere caratterizzata da una profonda incertezza. Le tensioni geopolitiche e le ripercussioni dell’aggressione della Russia all’Ucraina hanno determinato un rallentamento dell’attività economica globale e contribuito al ritorno dell’inflazione”. In ogni caso, si tratta di una situazione momentanea, assicura il Governatore: “Seguiamo con attenzione le tensioni in atto sui mercati. Il settore bancario dell’area dell’euro, grazie al rafforzamento patrimoniale e agli altri presidi prudenziali introdotti dopo la crisi finanziaria globale, estesi in Europa a tutte le banche, è ben capitalizzato. In ogni caso, ove necessario, l’Eurosistema è pronto a intervenire con tutti gli strumenti disponibili, in modo da mantenere l’efficacia del meccanismo di trasmissione della politica monetaria e preservare la stabilità finanziaria, ha affermato Visco.
La Banca d’Italia nei 12 anni a guida Visco
Nel corso del suo intervento, il Governatore ha riassunto i suoi 12 anni ai vertici della Banca d’Italia, definendoli “intesi” e parlando dei principali cambiamenti vissuti da via Nazionale nel corso di questi anni. In particolare, spiega, “nuovi compiti gli sono stati assegnati, ne sono cresciute le responsabilità; la sua proiezione europea è notevolmente aumentata. Il confronto di idee e la condivisione delle decisioni nell’ambito della Bce, che sono stati i tratti qualificanti della politica monetaria dopo la nascita dell’euro, lo sono divenuti anche nel campo della supervisione bancaria con l’istituzione del Meccanismo di vigilanza unico, a partire dal novembre del 2014”. Visco ha rivendicato la forte integrazione avvenuta tra la vigilanza bancaria e quella assicurativa e il sempre maggiore sviluppo delle “funzioni della Banca in materia di tutela dei clienti dei servizi bancari e assicurativi, di educazione finanziaria, di vigilanza sui gestori del contante, di lotta al riciclaggio”, anche attraverso il rafforzamento dell’Uif, l’Unità di informazione finanziaria, alla quale si è aggiunta anche la nuova Unità di Supervisione e normativa antiriciclaggio.
Modifiche sono state effettuate anche sulla struttura della banca, i cui partecipanti sono saliti da 60 a 173, con la maggioranza del capitale detenuto oggi da soggetti non bancari.”La concentrazione delle quote è quindi stata risolta”, ha sottolineato infine il Governatore.