“Le ragioni del libero mercato attendono ancora pieno riconoscimento nel nostro Paese. Ciò deve renderci avvertiti ogni volta che riflettiamo sull’opportunità dell’intervento pubblico nei fatti dell’economia”. Lo ha detto Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d’Italia, nella lectio magistralis dal titolo “Stato, mercato, sviluppo”, tenuta in occasione del premio Donato Manichella.
“Lo sviluppo economico lo fanno gli investitori e le imprese nel libero gioco del mercato – ha proseguito Rossi –. Il primo compito dello Stato è di rendere quel gioco possibile e fluido”.
Quanto alla ripresa, secondo il direttore generale di Palazzo Koch il “bancocentrismo” italiano si sta rivelando un freno: negli Stati Uniti il deleveraging bancario causato dalla crisi globale “è stato in parte compensato da un maggior ricorso delle imprese al mercato. In Italia questa compensazione non è avvenuta, se non in forma molto tenue, rallentando l’uscita dalla recessione e ora frenando la ripresa”.
Per Rossi “occorre che in Italia i termini ‘sistema finanziario’ e ‘sistema bancario’ non siano più sinonimi. La leva finanziaria delle banche crea inevitabilmente un potente meccanismo di amplificazione degli shock economici. La regolazione può contenere questo meccanismo, non eliminarlo”, perciò è preferibile un modello che permetta “una coesistenza equilibrata di mercati e intermediari” in grado di “rendere più stabile il flusso di credito per l’economia reale”.