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Bankitalia: Pil più alto per petrolio e Bce

BOLLETTINO BANKITALIA – Il Qe della Bce e il calo dei prezzi del greggio avranno un impatto molto positivo sul Pil italiano, che crescerà dello 0,5% nel 2015 e dell’1,5% nel 2016 – Nell’ultimo trimestre del 2014 sono aumentate ancora le sofferenze bancarie – A inizio 2015 peggiorano i prestiti alle imprese, migliorano quelli alle famiglie.

Bankitalia: Pil più alto per petrolio e Bce

Il Quantitative easing della Bce e il calo dei prezzi del greggio potrebbero produrre una spinta per il Pil italiano del 2015 e del 2016 prossima ai due punti percentuali. A dirlo è il Bollettino economico di Bankitalia

“La riduzione della spesa energetica – si legge nel documento – libera risorse che famiglie e imprese possono destinare a consumi e investimenti e potrebbe contribuire a un effetto sul Pil nell’ordine di mezzo punto percentuale in due anni”.

A questo fattore andrebbe sommato il programma di acquisto lanciato dall’istituto centrale, che potrebbe tradursi in una maggiore crescita cumulata del Pil di 1,4 punti percentuali, oltre che in un innalzamento dell’inflazione superiore allo 0,5% in ciascuno dei due anni. Un impulso che potrebbe tradursi in una crescita del Pil superiore allo 0,5% nel 2015 e intorno all’1,5% nel 2016.

Bankitalia, inoltre, fa sapere che nell’ultimo trimestre del 2014 il flusso di nuove sofferenze rettificate in rapporto ai prestiti è salito al 2,7%, “due decimi di punto in più rispetto al secondo e al terzo trimestre”.

Qualche segnale di miglioramento emerge, tuttavia, dai primi dati per il bimestre gennaio-febbraio: “L’esposizione complessiva nei confronti dei debitori segnalati per la prima volta in sofferenza è del 6%, inferiore allo stesso periodo del 2014, ma in rapporto al bimestre novembre-dicembre si è registrato un lieve aumento”. Nel 2014 le prime cinque banche italiane hanno registrato un roe medio ancora negativo: -1,8% dopo il -2,4% registrato nel 2013. 

Nei tre mesi terminanti a febbraio, invece, la contrazione dei prestiti alle imprese in ragione d’anno è stata del 3% (-2,2% a novembre) ed ha risentito del riavvio incerto della produzione industriale. Il più penalizzato è stato il settore delle costruzioni (-4,7%) anche per l’elevata incidenza delle sofferenze.

Si è invece fermato il calo dei prestiti alle famiglie. Riguardo alle condizioni di offerta le condizioni all’inizio dell’anno stanno migliorando sia per le imprese che per le famiglie come è emerso dalle risposte delle banche italiane al Bank lending survey della Bce. Il miglioramento delle condizioni di offerta, tuttavia, riguarda soprattutto il comparto delle imprese maggiori.  

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