Nonostante le difficoltà geopolitiche, l’inflazione, la crescita ridotta, le prospettive delle imprese sull’occupazione rimangono favorevoli, mentre le valutazioni sulla situazione economica generale e le attese sulle condizioni operative nei successivi tre mesi restano nel complesso sfavorevoli, sebbene in miglioramento rispetto alla rilevazione precedente. È quanto emerge dall’indagine condotta dalla Banca d’Italia, tra il 22 novembre e il 14 dicembre 2023, presso le imprese italiane di industria e servizi con almeno 50 addetti.
Bankitalia: le imprese continuano ad assumere, si attenua il peggioramento dell’accesso al credito
“Il divario tra la quota di aziende che prevedono di espandere il numero di addetti e la quota di quelle che si aspettano di ridurlo è leggermente aumentato rispetto alla scorsa rilevazione (a 11 punti percentuali da 8)”, sottolinea la Banca d’Italia, secondo cui le attese rimangono più favorevoli “nel settore delle costruzioni, con un saldo di 23 punti percentuali, stabile rispetto al terzo trimestre”.
Via Nazionale mette in evidenza anche l’attenuazione del peggioramento dei giudizi sull’accesso al credito e nove imprese su 10 dichiarano almeno sufficienti le condizioni di liquidita”. La differenza tra la quota di imprese che hanno riportato un miglioramento delle condizioni di accesso al credito nel quarto trimestre del 2023 e quella di chi ha riportato un peggioramento è lievemente diminuita (a -13 da -18 punti percentuali). Le valutazioni sono migliorate per tutti i settori, ma rimangono più negative per le imprese delle costruzioni. Resta superiore al 90% la quota di imprese che considerano le proprie condizioni di liquidità almeno sufficienti.
Le prospettive sull’economia
L’indagine sottolinea che le valutazioni sulla situazione economica generale del Paese, così come le attese sulle proprie condizioni operative nei successivi tre mesi, restano nel complesso sfavorevoli, sebbene in miglioramento rispetto alla rilevazione precedente. Al lieve recupero dei giudizi hanno contribuito una moderata ripresa della domanda interna e condizioni per investire meno negative soprattutto nei servizi, che si accompagnano alla tenuta della spesa attesa per investimenti. Per il primo trimestre del 2024 le imprese prevedono un proseguimento dell’espansione dell’occupazione.
Infine, la dinamica dei prezzi praticati dalle aziende ha continuato a indebolirsi e si attenuerebbe ulteriormente nei prossimi 12 mesi. Circa due terzi delle aziende prevedono però un aumento delle retribuzioni orarie dei dipendenti nei prossimi 12 mesi e quasi un terzo dichiara di aver già tenuto conto nel 2023 di eventuali aumenti salariali futuri nei listini. Le attese sull’inflazione al consumo si sono nettamente ridotte su tutti gli orizzonti temporali, collocandosi poco sotto il 2,5% nel breve termine e appena sopra il 2% nel lungo.
A livello generale, per gli ultimi tre mesi del 2023, le imprese che segnalano un peggioramento della situazione economica generale è scesa al 29% dal 37% della scorsa rilevazione, mentre è salita dal 4% all’8% quella delle aziende che riportano giudizi più favorevoli
Il divario negativo tra le attese di miglioramento e quelle di peggioramento delle proprie condizioni operative nei successivi tre mesi si è ridotto in misura marcata per le imprese dei servizi (a -6 punti percentuali da -13), mentre si è ampliato nell’industria in senso stretto (a -18 punti da -15).
Sotto il profilo geografico, sebbene il saldo rimanga negativo in tutte le macroaree, le prospettive delle aziende del Nord-Ovest, Sud e Isole sono migliorate; mentre quelle del Nord-Est sono rimasti sfavorevoli.
Le attese per il primo trimestre di quest’anno sulla domanda totale ed estera sono favorevoli, mentre è leggermente diminuita (a -13 da -18 punti percentuali) la differenza tra la quota di imprese che hanno riportato un miglioramento delle condizioni di accesso al credito nel quarto trimestre e quella di chi ha riportato un peggioramento
Il saldo dei giudizi sulle condizioni per investire, pur rimanendo negativo, è migliorato. Il settore delle costruzioni ha rivisto lievemente al ribasso le aspettative per il 2024 sulla spesa per investimenti; restano più favorevoli le attese delle imprese di edilizia residenziale.
Il debito pubblico cala a novembre
Nella giornata di lunedì, Bankitalia ha pubblicato anche il report “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”, che certifica come, dopo il record assoluto di debito pubblico toccato ad ottobre (a 2.867 miliardi), a novembre l’indebitamento dell’Italia registra un calo di 12,6 miliardi a 2.855 miliardi.
Il calo riflette quello delle disponibilità liquide del Tesoro (12,9 miliardi, a 39,6) e un piccolo avanzo di cassa delle Amministrazioni pubbliche (0,8 miliardi). In senso opposto ha operato l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (complessivamente 1,1 miliardi).
Nel frattempo, aumentano le entrate tributarie che a novembre sono state pari a 51,8 miliardi, in aumento del 12,3% (5,7 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2022. Negli undici mesi dell’anno scorso le entrate tributarie sono state pari a 480,1 miliardi, in aumento del 7,5% (33,6 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.