“La crescente complessità dei sistemi economici e finanziari che caratterizza il contesto attuale e futuro rende oggi ancora più indispensabile possedere competenze finanziarie di base che facilitino l’orientamento, la tutela e l’allocazione del risparmio. L’importanza dell’alfabetizzazione finanziaria è ormai ampiamente riconosciuta a livello internazionale”. Con queste parole Magda Bianco, capo del Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria di Bankitalia, ha iniziato il suo intervento in audizione alla Commissione cultura del Senato in merito ai disegni di legge per l’educazione finanziaria a scuola.
“Il possesso di competenze utili a livello individuale per compiere scelte economiche in maniera responsabile e consapevole accresce il benessere economico e finanziario e la resilienza rispetto alle difficoltà – ha aggiunto – è una condizione per l’inclusione finanziaria, ma anche per quella economica e sociale più in generale. Le analisi disponibili evidenziano anche effetti sui sistemi paese, in particolare sulla riduzione delle diseguaglianze e della povertà, sulla possibilità di facilitare una più efficiente allocazione del risparmio, sulla produttività delle piccole imprese, con riflessi sulla crescita aggregata”.
Per i giovani possedere competenze economiche e finanziarie è essenziale da subito, perché spesso già compiono scelte finanziarie. E questo, sottolinea il capo del Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria, vale oggi molto più che in passato. “Perché l’aspettativa di vita è aumentata e con sistemi pensionistici meno generosi i giovani si troveranno ad avere una responsabilità maggiore nella formazione del risparmio per l’età anziana. Perché li aspetta una vita lavorativa frammentata. Perché la digitalizzazione crescente della finanza pone tutti noi di fronte a scelte complicate ma anche a maggiori opportunità”.
Maggiori competenze finanziarie non sostituiscono l’azione delle autorità
Non solo. “Maggiori competenze finanziarie aiutano anche il corretto funzionamento dei mercati, favorendo gli operatori migliori e l’innovazione, contribuendo alla stabilità finanziaria. Decisioni inappropriate da parte delle persone possono incidere sul benessere individuale ma anche alimentare vulnerabilità nei sistemi finanziari ed economici”. Ma per Bianco non vuol dire che maggiori competenze finanziarie sostituiscono l’azione di tutela dei consumatori da parte delle autorità. “La Banca d’Italia è impegnata anche su questo fronte, con la vigilanza sulla trasparenza e correttezza degli intermediari, da un lato, e strumenti di tutela individuale (in particolare gestione degli esposti della clientela e Arbitro Bancario Finanziario) dall’altro”.
Educazione finanziaria, l’Italia ancora maglia nera in Europa
“Ma le indagini ci mostrano che gli italiani hanno competenze finanziarie basse nel confronto internazionale. Per questo è urgente promuovere l’educazione finanziaria fin dalla giovane età; valutiamo quindi positivamente l’inserimento dell’educazione finanziaria a scuola. I ritardi riflettono in parte fattori culturali: l’economia e la finanza sono temi affrontati generalmente poco in famiglia (ancor meno nelle famiglie di contesti socio-economico e culturali più svantaggiati); quando temi economico finanziari sono affrontati in famiglia, spesso si predilige il dialogo su questi argomenti con i figli maschi”. E anche se negli ultimi anni ci sono stati alcuni miglioramenti, bisogna fare molto di più e si deve partire dalla scuola. “La scuola raggiunge tutti, indipendentemente dai contesti socio-economici e dal genere di appartenenza”.
L’educazione finanziaria nelle scuole: l’esperienza della Banca d’Italia
“La Banca d’Italia ha svolto un ruolo pioneristico nell’introduzione dell’educazione finanziaria nelle scuole: è stata tra le prime istituzioni a siglare nel 2007 un protocollo con il Ministero dell’Istruzione e del Merito; da allora propone il progetto Educazione finanziaria nelle scuole, come ente formatore accreditato presso lo stesso Ministero”, ha ricordato Bianco. “Oltre a questo progetto, la Banca d’Italia utilizza altri strumenti per coinvolgere le scuole sui temi economico-finanziari in modo sinergico rispetto al Progetto scuola. Questi strumenti consentono un primo contatto con gli studenti, fornendo loro spunti di riflessione, accrescendone la curiosità su singoli temi, permettendo di approfondire alcuni argomenti economico-finanziari; lasciamo poi al Progetto scuola il compito di fornire un quadro più organico e strutturato dei temi affrontati ad esempio nelle competizioni o nei laboratori didattici”. Come le competizioni di economia e finanza, le campagne di sensibilizzazione, l’orientamento degli studenti e i Percorsi per le competenze trasversali e le iniziative per la formazione dei futuri insegnanti.
Il ruolo della scuola: “Insegnare la finanza in educazione civica”
“L’esperienza della Banca d’Italia conferma l’importanza di promuovere l’educazione finanziaria, in primo luogo nelle scuole. Ci siamo già espressi su precedenti DDL che si occupavano della materia. Tutti i DDL oggi in discussione hanno il pregio di proporre l’educazione finanziaria come una materia trasversale agli insegnamenti curricolari; in aggiunta i DDL che propongono la sua introduzione come un insegnamento aggiuntivo e a sé stante sottolineano l’importanza di avere un focus specifico su questo sapere. Tuttavia riteniamo che, nell’attuale contesto, l’inserimento esplicito delle competenze economico-finanziarie nell’ambito dell’educazione civica offra alcuni vantaggi rispetto all’introduzione di un nuovo insegnamento a sé stante”.