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Bankitalia: “La ripresa dipende dalle riforme”

Imagoeconomica

Nei prossimi anni l’Italia potrà dispiegare il suo potenziale di crescita solo se saprà portare a termine le riforme previste dal Programma nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Questa, in sintesi, la posizione espressa da Eugenio Gaiotti, capo del Dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia, nel corso di un’audizione parlamentare sulla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef). Il richiamo di Via Nazionale fa da contrappunto ad alcune esternazioni arrivate dal centrodestra, dove i leader emergenti – Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni – spingono per eleggere Mario Draghi al Quirinale all’inizio del 2022 e subito dopo andare ad elezioni anticipate. Una prospettiva che, inevitabilmente, metterebbe a rischio la possibilità di rispettare gli impegni presi dall’Italia sul fronte delle riforme.  

“Come la Banca d’Italia ha più volte sottolineato – ha detto Gaiotti – è condivisibile la valutazione” della Nadef secondo cui “la piena realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, incluse le riforme che lo accompagnano, è la grande sfida per i prossimi anni; il sostegno della domanda non potrebbe assicurare da solo il ritorno a ritmi di crescita stabilmente più sostenuti”.

In particolare, la Nadef “prefigura una dinamica molto sostenuta degli investimenti pubblici – prosegue il dirigente di Bankitalia – che nel prossimo triennio crescerebbero dell’11% in media all’anno e alla fine del periodo di programmazione arriverebbero a toccare il 3,4% del Pil, al di sopra del livello osservato negli anni precedenti la crisi finanziaria globale del 2008-09. È un obiettivo ambizioso e una componente essenziale dei programmi di stimolo, il cui conseguimento dipende da una tempestiva ed efficace applicazione delle riforme volte a semplificare e velocizzare le procedure di spesa, salvaguardando al contempo la qualità dei progetti finanziati”.

Gaiotti ha poi sottolineato come “nel medio termine i principali fattori di rischio” siano associati proprio “ai tempi di realizzazione e all’efficacia delle misure delineate nel Pnrr”, oltre che “a un possibile rallentamento degli scambi internazionali”. Un “sostanziale contributo dell’azione di sostegno è incorporato nel quadro tendenziale; senza di esso la crescita sarebbe significativamente più bassa” rispetto a quanto delineato nella Nadef.

Secondo le valutazioni che la Banca d’Italia ha riportato nel Bollettino Economico di luglio, le misure del Pnrr e quelle finanziate con il bilancio nazionale definite fino all’estate possono contribuire a un aumento del Pil di 4 punti percentuali cumulati nel triennio 2021-23: “Come abbiamo avuto modo di sottolineare, presupposto necessario al conseguimento di questi risultati resta una piena e tempestiva realizzazione degli interventi”, ha ribadito ancora Gaiotti.

Per quanto riguarda la riforma fiscale – all’attenzione oggi del Consiglio die ministri, chiamato ad approvare la legge delega – Gaiotti ha rimarcato “la necessità di assicurare gli adeguati incentivi all’offerta di lavoro, di favorire il necessario processo di riallocazione delle risorse e di semplificare e razionalizzare il complesso degli strumenti di sostegno al reddito e il sistema tributario”. Il tutto “evitando sovrapposizioni, riducendo gli effetti distorsivi dell’attuale struttura dell’Irpef e intervenendo sul sistema delle cosiddette spese fiscali”.

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Categories: Economia e Imprese