Nel quarto trimestre del 2024, Bankitalia ha analizzato lo stato di salute delle imprese italiane, delineando un quadro complesso, ma non privo di segni di speranza per il futuro. L’indagine, che ha coinvolto aziende italiane con almeno 50 dipendenti operanti nei settori dell’industria e dei servizi non finanziari, evidenzia un quadro di incertezze, ma anche di resilienza. Le imprese italiane si trovano infatti a fronteggiare un rallentamento della domanda, in particolare quella estera, e una generale cautela riguardo agli investimenti, ma continuano a guardare al 2025 con un moderato ottimismo.
La situazione economica generale: un deterioramento diffuso
Nel quarto trimestre 2024, la situazione economica generale in Italia è peggiorata, con un aumento delle valutazioni negative tra le imprese, passate dal 21% al 30%. Questo peggioramento ha riguardato tutti i settori, ma in particolare l’industria e i servizi, dove le difficoltà si sono fatte più evidenti. La percentuale di aziende che ha registrato un miglioramento della situazione è rimasta sostanzialmente stabile, passando dal 6% al 5%.
L’incertezza economico-politica continua a essere una delle principali preoccupazioni per le imprese. In particolare, le imprese esportatrici sono preoccupate per l’evoluzione delle politiche commerciali internazionali. Inoltre, la preoccupazione per l’andamento dei prezzi delle materie prime, soprattutto quelle energetiche, rimane un tema caldo, anche se meno incisivo rispetto ai timori legati alla situazione economica generale.
Domanda e vendite: un ulteriore indebolimento
La domanda complessiva è ulteriormente indebolita, specialmente quella estera. Le vendite all’estero, in particolare nel comparto industriale, hanno registrato una flessione significativa. Il saldo tra le imprese che hanno visto un aumento e quelle che hanno registrato una diminuzione delle vendite è sceso a -11 punti percentuali, rispetto al -5% del trimestre precedente. Questo dato riflette una debolezza della domanda internazionale, in parte legata alla difficile situazione economica globale.
Anche nei servizi la domanda ha subito un rallentamento, con il saldo tra aumenti e diminuzioni delle vendite che si attesta a -2 punti percentuali. Tuttavia, il settore delle costruzioni ha mostrato una tendenza contraria: la domanda è infatti aumentata, passando da 19 a 23 punti percentuali, sostenuta soprattutto dalle imprese nel comparto residenziale.
Occupazione: stabilità con un lieve ottimismo
Sul fronte occupazionale, le imprese italiane sembrano puntare sulla stabilità. Circa il 70% delle aziende non prevede modifiche al numero di addetti nei prossimi tre mesi. Tuttavia, il 23% delle imprese del settore delle costruzioni prevede un’espansione del proprio organico, una percentuale che si attesta all’11% nei servizi e al 3% nell’industria in senso stretto. Le previsioni sull’occupazione sono più favorevoli per le imprese di maggiore dimensione, che spesso riescono a fronteggiare meglio le difficoltà economiche.
Salari: aumenti moderati in vista
Per quanto riguarda i salari, circa il 65% delle imprese prevede di aumentare le retribuzioni orarie nominali dei propri dipendenti nei prossimi 12 mesi. Gli aumenti previsti sono per lo più contenuti, ma comunque superiori al 4% per una percentuale significativa di aziende. In dettaglio, il 10% delle imprese dell’industria prevede aumenti superiori al 4%, una percentuale che sale al 15% nel settore delle costruzioni e al 17% nei servizi. Questi aumenti sono generalmente più contenuti rispetto ai periodi precedenti, ma comunque necessari per fronteggiare l’aumento dei costi del lavoro.
Investimenti: una crescita moderata ma costante
Nonostante i giudizi sfavorevoli sulle condizioni generali per investire, le previsioni sugli investimenti sono moderatamente positive. Il saldo tra le imprese che prevedono un aumento degli investimenti e quelle che si aspettano una diminuzione è positivo in tutti i settori, con un divario più ampio nei servizi e nelle costruzioni (circa 20 punti percentuali) rispetto all’industria in senso stretto (4 punti percentuali). Sebbene le condizioni economiche restino difficili, molte aziende sembrano comunque disposte a investire, soprattutto nelle aree più dinamiche come le costruzioni.
Prezzi e inflazione: stabilità in vista, ma con attenzione ai costi
I prezzi di vendita hanno registrato aumenti contenuti nel quarto trimestre. Nei servizi, l’incremento è stato del 2,1%, in leggera flessione rispetto al trimestre precedente (2,2%). Nell’industria, l’aumento dei prezzi è stato pari all’1,4% (da 1,2% nel terzo trimestre). Le costruzioni, invece, hanno visto un rallentamento dei rialzi, ma il tasso di crescita dei prezzi (3,3%) è comunque superiore rispetto agli altri settori, sebbene in calo rispetto al 4,4% del trimestre precedente. Le aspettative per i prossimi 12 mesi indicano una stabilità della dinamica dei prezzi in tutti i settori, con incrementi previsti dell’1,5% nell’industria, del 2,1% nei servizi e del 3,3% nelle costruzioni.
Inflazione: un rallentamento nelle aspettative
Le aspettative di inflazione sono scese rispetto alle rilevazioni precedenti. Nel quarto trimestre del 2024, le imprese si aspettano un’inflazione media dell’1,4% nei prossimi sei mesi, contro l’1,7% previsto nel trimestre precedente. Le aspettative a uno e due anni si attestano all’1,5%, con una previsione omogenea tra i vari settori e le diverse aree geografiche del Paese.
Le attese per il 2025: un anno di speranza moderata
Le attese per il primo trimestre del 2025 sono più prudenti, ma non del tutto negative. Poco meno della metà delle imprese del settore industriale e delle costruzioni prevede una stabilità delle vendite. In particolare, il 43% delle aziende del settore delle costruzioni si aspetta una crescita, grazie anche ai provvedimenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Nello specifico, il 56% delle imprese dei servizi prevede una domanda invariata, e il 30% si aspetta una leggera espansione.
Le previsioni sulle condizioni operative sono invece meno favorevoli, con un saldo negativo tra le attese di miglioramento e peggioramento. Nell’industria in senso stretto, il saldo scende a -16 punti percentuali, mentre nei servizi è pari a -5 punti. Anche nel settore delle costruzioni le prospettive sono diventate meno favorevoli, sebbene il saldo resti positivo (2 punti percentuali).