Nel primo trimestre 2025 per le imprese italiane continuano a prevalere le valutazioni di peggioramento sia della situazione economica generale corrente sia delle proprie condizioni operative a breve termine. E sulle prospettive delle aziende per l’anno corrente gravano l’incertezza e le preoccupazioni derivanti dagli effetti diretti o indiretti delle politiche commerciali degli Stati Uniti. È quanto emerge dall’indagine della Banca d’Italia sulle aspettative di inflazione presso le imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti, su un campione ampliato da questa edizione da 1.500 a 2.500 unità.
L’indagine di Bankitalia è stata realizzata tra il 21 febbraio e il 19 marzo, quindi prima della decisione sui dazi di Trump, anche se la preoccupazione era già evidente e riflessa nelle risposte degli imprenditori intervistati, tanto che secondo lo studio, le aspettative delle imprese sull’inflazione sono salite su tutti gli orizzonti di previsione, pur rimanendo su valori inferiori al 2%.
Imprese: le prospettive per il 2025
Nel primo trimestre del 2025, il saldo tra le valutazioni di miglioramento e di peggioramento della situazione economica generale del Paese, negativo dall’inizio del 2022, si è ulteriormente deteriorato (a -30 punti percentuali, da -25 nella precedente rilevazione). Le valutazioni sono peggiorate soprattutto tra le imprese dei servizi (a -29 da -19) e, nelle costruzioni, tra le aziende che operano maggiormente nel comparto residenziale; il saldo è invece rimasto stabile, su valori bassi, nell’industria in senso stretto (-32 punti).
Sulle prospettive delle aziende per il 2025 pesano i timori sugli effetti delle politiche commerciali degli Stati Uniti, sottolinea l’indagine.
Per le vendite realizzate nel trimestre precedente, il saldo negativo tra i giudizi di aumento e di riduzione si è assottigliato (a -1 da -4), riflettendo un calo nei servizi (a -2 da 4) e nelle costruzioni, dove resta comunque molto positivo (a 20 da 23), a fronte di un netto rialzo nell’industria (a -4 da -16). La quota di imprese che prevedono un’espansione delle vendite nel secondo trimestre supera quella di chi ne prefigura una contrazione: il saldo è di 22 punti percentuali nell’industria in senso stretto (da 10 nella precedente rilevazione), di 24 nei servizi (da 16) e di 32 nelle costruzioni (da 35).
L’indagine di via Nazionale rileva, inoltre, che per il secondo trimestre dell’anno si prevede un’espansione anche dell‘occupazione in tutti i settori, con aumenti salariali nel complesso contenuti. Nelle costruzioni i giudizi sulla domanda e sulle condizioni operative restano migliori che nel resto dell’economia, ma è rallentata l’attività delle imprese operanti prevalentemente nel comparto residenziale.
Pur ritenendo le condizioni per investire ancora sfavorevoli, le imprese si attendono un aumento della spesa nominale per investimenti nel 2025 in linea con quello previsto nella precedente indagine. Le valutazioni sull’accesso al credito risultano stabili e la posizione di liquidità è ritenuta nel complesso soddisfacente.
Imprese: inflazione in rialzo ma sotto il 2%
I listini praticati dalle imprese negli ultimi 12 mesi sono cresciuti a un ritmo marginalmente più sostenuto nell’industria e hanno rallentato nei servizi e nelle costruzioni; per i prossimi 12 mesi, la crescita dei prezzi rimarrebbe nel complesso moderata. Le aspettative delle imprese sull’inflazione al consumo sono aumentate su tutti gli orizzonti di previsione, pur rimanendo su valori inferiori al 2 per cento.
Nel dettaglio, l’inflazione al consumo attesa dalle imprese è leggermente salita su tutti gli orizzonti di previsione, attestandosi in media all’1,8% a 6 e a 12 mesi (da 1,4 e 1,5%, rispettivamente) e all’1,9% a 24 e 48 mesi (da 1,5 e 1,6). Le aspettative si confermano omogenee fra imprese di comparti e dimensioni diversi e nelle differenti aree del Paese, sottolinea Bankitalia.