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Bankitalia: il debito pubblico cala di 6,8 miliardi a febbraio

Si abbassa la tensione sull’indebitamento dello Stato dopo il record di gennaio – Le entrate tributarie, invece, aumentano di 0,7 miliardi (il 2,7%) rispetto allo stesso mese del 2011, toccando quota 26,4 miliardi.

Bankitalia: il debito pubblico cala di 6,8 miliardi a febbraio

Dopo il record, una boccata d’ossigeno. Il debito pubblico italiano a febbraio è diminuito di quasi sette miliardi di euro, arrivando a quota 1.928,2 miliardi. Il calo fa seguito al primato fatto segnare a febbraio, quando l’indebitamento del nostro Paese aveva toccato i 1.935,8 miliardi. I dati sono contenuti nel supplemento al bollettino statistico della Banca d’Italia sulla finanza pubblica. Le entrate tributarie, invece, sono aumentate di 0,7 miliardi (il 2,7%) rispetto allo stesso mese del 2011, toccando quota 26,4 miliardi.

La riduzione del debito registrata a febbraio, secondo Palazzo Koch, “riflette la diminuzione delle disponibilità del Tesoro presso la Banca d’Italia (-16,0 miliardi), parzialmente compensata dal fabbisogno del mese (8,8 miliardi) e dall’impatto degli scarti di emissione e delle variazioni del cambio (0,5)”.

Sempre a febbraio, il fabbisogno al netto delle dismissioni mobiliari è stato pari a 8,8 miliardi, inferiore di 1,4 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2011. Nel complesso del bimestre, il fabbisogno (12,7 miliardi) “è stato in linea con quello registrato nel corrispondente periodo del 2011” e “ha beneficiato del versamento presso la Tesoreria statale della prima tranche delle risorse detenute presso il sistema bancario dagli enti in regime di Tesoreria Unica pura”, previsto dal decreto liberalizzazioni.

Sul fronte delle entrate tributarie, allargando lo sguardo allo scenario europeo, i Paesi dell’Ue si muovono a due velocità. Analizzando i dati del dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia sulle ‘Entrate tributarie internazionali’, emerge che nel primo bimestre 2012 le entrate hanno registrato un vero e proprio boom in Irlanda (+21,8), sono aumentate del 4% in Italia, del 10,2% in Francia e del 5,4% in Germania. Il dato è invece in calo dell’8,4% in Spagna, del 5,3% in Portogallo e dello 0,3% nel Regno Unito.

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