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Bankitalia: il 46% della ricchezza in mano al 5% delle famiglie, l’Italia non recupera il colpo della crisi del debito

Imagoeconomica

Il cinque per cento delle famiglie italiane più ricche possiede circa il 46 per cento della ricchezza netta totale. Non solo, l’Italia è al momento sotto la media europea per concentrazione della ricchezza, in compagnia di Francia e sotto alla Germania, il Paese con maggiore disuguaglianza in termini di ricchezza netta. È quanto emerge dall’analisi della Banca d’Italia elaborata sui primi risultati delle nuove statistiche sperimentali trimestrali dei conti distributivi sulla ricchezza (Distributional Wealth Accounts, Dwa) condotte dalla Banca Centrale Europea.

Bankitalia: la ricchezza non recupera i livelli pre-crisi del debito 

Le famiglie italiane non hanno recuperato il “colpo” della crisi del debito sovrano, a differenza di quanto è avvenuto negli altri grandi paesi partner europei. Secondo l’indagine “i principali indici di disuguaglianza sono rimasti sostanzialmente stabili tra il 2017 e il 2022, dopo essere aumentati tra il 2010 e il 2016“. 

Tra il 2010 e il 2016 il valore mediano della ricchezza netta è sceso in Italia da quasi 200.000 euro a poco più di 150.000 euro. In parallelo, il calo del valore medio è stato molto più contenuto. Nello stesso periodo infatti l’indice di Gini, che fotografa la distribuzione della ricchezza e che va da zero (tutti hanno lo stesso) a uno (uno solo possiede tutto), è aumentato da 0,67 a 0,71 e la quota di ricchezza netta posseduta dal 5% più ricco delle famiglie è passata dal 40 al 48 per cento. 

Il mancato recupero del livello pre crisi, spiega il report, “è una peculiarità tutta italiana. Anche in Spagna si è verificata una diminuzione fino all’inizio del 2013, ma in seguito il valore mediano è cresciuto rapidamente, superando quello dell’Italia. In Francia, nello stesso arco temporale, la ricchezza mediana ha superato ampiamente quella dell’Italia, mentre in Germania la sua crescita ha ridotto da circa 140.000 a 50.000 euro il divario rispetto ai più elevati livelli osservati in Italia.

Bankitalia: la diversificazione è per i ricchi

Lo studio sottolinea come le famiglie meno abbienti possano contare principalmente sul possesso dell’abitazione mentre quelle più benestanti detengano un portafoglio più diversificato in azioni, depositi, polizze. Nel dettaglio, evidenzia Bankitalia, “metà della ricchezza degli italiani” è “rappresentata dalle abitazioni” e “tale percentuale varia tuttavia fortemente in base alla ricchezza”. Le abitazioni raggiungono infatti i tre quarti della ricchezza per le famiglie sotto la mediana, si attestano poco sotto il 70 per cento per quelle della classe centrale mentre scendono a poco più di un terzo per quelle appartenenti alla classe più ricca. Per le famiglie più povere, i depositi sono l’unica componente rilevante di ricchezza finanziaria (17%).

Differente invece la situazione delle famiglie più ricche che presentano un portafoglio maggiormente diversificato. Quasi un terzo della loro ricchezza è infatti rappresentato “da capitale di rischio legato alla produzione (azioni, partecipazioni e attività reali destinate alla produzione) e un quinto da fondi comuni di investimento e polizze assicurative”, spiega la Banca d’Italia.

Rispetto al passato la situazione è cambiata. Nel 2010 circa la metà delle abitazioni era detenuta dalle famiglie della classe media; nel 2022 tale percentuale era scesa al 45 per cento, soprattutto a vantaggio del decimo più ricco. “La quota di abitazioni posseduta dalle famiglie sotto la mediana è invece rimasta stabile nel tempo attorno al 14 per cento. I depositi sono aumentati di circa il 40 per cento tra il 2010 e il 2022, soprattutto per le famiglie appartenenti al decimo più ricco, la cui quota  è salita di sei punti percentuali, raggiungendo la metà del totale”, si legge nel report della Banca d’Italia.

L’Italia e gli altri Paesi europei

Parlando invece degli altri paesi d’Europa, le statistiche della Bce mostrano che negli ultimi cinque anni la ricchezza netta delle famiglie è aumentata del 29%. In numeri si tratta di circa 13.700 miliardi di euro. Un incremento dovuto prevalentemente al parallelo aumento del prezzo degli immobili con la casa che, anche oltreconfine, rappresenta una componente molto rilevante della ricchezza delle famiglie.

Nello stesso periodo gli indicatori sulla disuguaglianza sono leggermente calati, ad esempio guardando il divario di ricchezza tra il 5% di famiglie più ricche e il 50% delle famiglie nella fascia più bassa di ricchezza.

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Categories: Finanza e Mercati