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Bankitalia: “Famiglie meno pessimiste su economia e lavoro”

Pixabay

Le attese delle famiglie sulla situazione economica generale e sul mercato del lavoro sono migliorate”. Lo scrive Bankitalia nella quinta edizione dell’Indagine straordinaria sulle famiglie italiane. Lo studio è stato realizzato alla fine di aprile, prima dell’allentamento delle misure anti-contagio, con una serie di interviste che hanno coinvolto quasi 2.500 nuclei familiari (gli stessi che, circa due mesi prima, avevano partecipato alla quarta edizione).

Dall’analisi emerge che, “rispetto alla rilevazione condotta tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, il saldo delle risposte relative alle prospettive generali dell’Italia, pur restando negativo, è fortemente aumentato – spiegano i tecnici di Via Nazionale – La percentuale di famiglie che si attende un peggioramento del quadro generale nei successivi dodici mesi è diminuita di 8 punti percentuali, portandosi al 38%, il valore più basso dall’avvio della rilevazione nella primavera del 2020. Anche le aspettative sul mercato del lavoro nei successivi dodici mesi sono divenute più favorevoli”.

Per quanto riguarda la situazione economica familiare, invece, le aspettative “sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto a inizio anno – si legge ancora nell’Indagine – Oltre il 70% dei nuclei si attende per il 2021 un reddito in linea con quello percepito nel 2020 e circa un sesto ritiene che sarà inferiore. I nuclei con capofamiglia lavoratore autonomo o disoccupato continuano a essere più pessimisti rispetto a quelli con dipendenti e pensionati, ma il divario si attenua”.

Come nella precedente edizione dell’indagine, “il 30% delle famiglie dichiara di aver percepito nell’ultimo mese un reddito più basso rispetto a prima dello scoppio della pandemia. Il peggioramento delle condizioni reddituali è ancora mitigato dalle misure di sostegno al reddito: tra marzo e aprile del 2021 ne avrebbe beneficiato poco più di un quinto dei nuclei”.

A sorpresa, secondo Bankitalia, “la maggior parte delle famiglie ritiene che il valore delle proprie attività finanziarie nel 2020 sia rimasto stabile”, mentre “un terzo sostiene che sia diminuito, quota che raggiunge il 40% tra quelle il cui capofamiglia è occupato nei settori maggiormente colpiti dalla pandemia (ristorazione, turismo, commercio al dettaglio) e raddoppia tra coloro che hanno riportato una riduzione del reddito rispetto a prima dell’emergenza sanitaria. Solo il 7% dei nuclei riporta un aumento del valore delle proprie attività finanziarie nel corso del 2020: l’incremento riguarda prevalentemente le famiglie che dichiarano di arrivare con facilità alla fine del mese”.

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