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Bankitalia: “Evitati 600 mila licenziamenti, ma attenzione al 2021”

Via Nazionale avverte: “Un’interruzione simultanea della Cig-Covid e del blocco dei licenziamenti dovrebbe essere valutata con estrema cautela, al fine di evitare possibili brusche cadute”

Bankitalia: “Evitati 600 mila licenziamenti, ma attenzione al 2021”

Le misure varate da governo e Parlamento sul fronte del lavoro per arginare gli effetti della pandemia – l’estensione della Cig, il sostegno alla liquidità delle imprese e il blocco dei licenziamenti – hanno salvato il posto a 600mila persone. Per questo, “un’interruzione simultanea sia della Cig-Covid sia del blocco dei licenziamenti dovrebbe essere valutata con estrema cautela, al fine di evitare possibili brusche cadute”. L’avvertimento è della Banca d’Italia, che giovedì ha pubblicato uno studio della serie “Note Covid-19” sugli effetti delle misure di sostegno al mercato del lavoro.

Dall’analisi emerge che – se non ci fosse stata la pandemia – in Italia nel 2020 avremmo avuto circa 500 mila licenziamenti per motivi economici (un dato in linea con quello del 2019), a fronte di 1,3 milioni di nuove assunzioni e trasformazioni. Secondo Via Nazionale, lo choc determinato dal Covid avrebbe potuto causare altri 200mila licenziamenti, portando il totale a quota 700 mila unità. Di questi, appunto, 600 mila sono stati evitati. Almeno per ora.

In base al recente decreto Ristori, infatti, il blocco dei licenziamenti durerà fino al 31 gennaio 2021, evitando che “i lavoratori si trovino nella condizione di dover cercare un nuovo impiego in un momento particolarmente difficile, soprattutto in caso di lockdown”, sottolinea ancora Bankitalia.

Infine, gli economisti della Banca centrale italiana sottolineano che finora i settori più colpiti dalla crisi legata al coronavirus sono stati “quelli con un peso nel complesso relativamente ridotto di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato o impiegati in piccole imprese”. Non sembra, ma dal punto di vista dell’economia nazionale nel suo complesso, è stato un bene: “Il quadro sarebbe stato assai peggiore – conclude lo studio della Banca d’Italia – se la crisi, nella sua prima fase, avesse colpito in misura maggiore i settori nei quali il lavoro stabile è relativamente più diffuso, come l’industria manifatturiera”.

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