“In Italia l’attività economica è aumentata in misura contenuta nel primo trimestre del 2024, risultando ancora frenata dalla flessione della manifattura, a fronte di una ripresa nei servizi”. È quanto emerge dal Bollettino economico pubblicato oggi dalla Banca d’Italia, secondo cui la crisi nel mar rosso avrà un impatto limitato sull’inflazione.
Bankitalia conferma le stime sul Pil, inflazione all’1,3% nel 2024
Nel documento Bankitalia sottolinea che la performance dell’attività economica è legata alla “fiacchezza dei consumi, che recupererebbero solo in parte il calo della fine dello scorso anno” mentre gli investimenti privati sarebbero in leggero aumento “sostenuti dall’autofinanziamento”.
Passando alle percentuali, nel Bollettino via Nazionale conferma le stime sul Pil, parlando di una crescita dello 0,6% (dello 0,8% escludendo la correzione per le giornate lavorative), dell’1% nel 2025 e dell’1,2% nel 2026″. Ricordiamo che meno di 24 ore fa, il Fondo Monetario Internazionale ha previsto per l’Italia una crescita del Pil dello 0,7% per quest’anno, mentre nella mattinata di mercoledì, il Centro Studi Confindustria ha stimato per il 2024 una crescita pari a +0,8%.
Tornando alla Banca d’Italia, nel 2024 l’inflazione è stimata all’1,3%, mentre nel 2025 e nel 2026 arriverà all’1,7%. L’inflazione di fondo, il dato più importante per la Bce, sostenuta dalla dinamica dei costi unitari del lavoro, arriverà invece al 2% nella media di quest’anno, scendendo all’1,7% nel prossimo biennio.
In calo prestiti alle imprese per investimenti
In frenata prestiti bancari alle imprese, in particolare quelli destinati agli investimenti, registrano una nuova frenata. “Dopo essere lievemente aumentati negli ultimi due mesi del 2023, i prestiti alle aziende sono tornati a diminuire (-3,3% a febbraio, sui tre mesi e in ragione d’anno). Il calo è stato particolarmente deciso per quelli con durata superiore ai 12 mesi, tipicamente associati a esigenze di investimento“, spiega Bankitalia nel Bollettino economico, sottolineando che nel confronto con il 2023 la frenata è più significativa per le imprese con meno di 20 addetti (-9,4%, a fronte di -3,3 per quelle di maggiore dimensione) e si è acuita nella manifattura, un settore quest’ultimo che, rispetto a quello dei servizi, reagisce più rapidamente e più intensamente all’andamento dei tassi della Banca Centrale Europea, anche per via del maggiore ricorso a prestiti a tasso variabile e a quelli con durata originaria inferiore all’anno.
Lavoro: “Alti margini di profitto assorbono ripresa salari”
Nel settore privato i margini di profitto “restano su livelli superiori a quelli precedenti l’emergenza sanitaria, soprattutto nei servizi privati; ciò consentirebbe, insieme al protrarsi del calo dei prezzi dei beni intermedi, di assorbire le pressioni sull’inflazione derivanti dall’accelerazione attesa delle retribuzioni nel corso del 2024″, si legge nel report, che evidenzia come “le retribuzioni contrattuali del settore privato hanno accelerato nei primi mesi del 2024, in seguito agli accordi raggiunti nei settori della chimica, del legno e degli alimentari. In marzo è stato inoltre rinnovato il contratto del commercio, che riguarda quasi 2 milioni di lavoratori. Nel corso dell’anno, si legge, “la crescita salariale continuerà a intensificarsi progressivamente per via dei rinnovi attesi, in particolare nel turismo – dove il contratto nazionale è scaduto da oltre due anni – e nella metalmeccanica, i cui minimi retributivi verranno incrementati a giugno in linea con l’inflazione al netto dei beni energetici importati registrata nel 2023″.
Bankitalia: da crisi Mar Rosso impatto limitato sull’inflazione
I rischi che il recente aumento dei costi di trasporto marittimo legati agli attacchi alle navi in transito nel Mar Rosso “si traduca in forti pressioni inflative in Europa appaiono al momento limitati“, scrive la Banca d’Italia.
“Anche in uno scenario particolarmente pessimistico, in cui i noli marittimi si stabilizzassero su livelli superiori al picco raggiunto in aprile, si assisterebbe a un rialzo dell’inflazione al consumo nell’area dell’euro pari al piu’ a 0,3 punti percentuali”, sottolinea Via Nazionale. “Uno scenario meno pessimistico, in cui i noli ritornassero sui livelli precedenti le tensioni entro la seconda meta’ del 2024, indurrebbe un aumento dell’inflazione al consumo al massimo di 0,15 punti percentuali”, si legge nel Bollettino.