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Bankitalia: con nuova Irpef e taglio cuneo il reddito famiglie salirà di 600 euro nel 2024 ma resta la vulnerabilità del debito

Imagoeconomica

Il nuovo sistema Irpef a tre aliquote e il taglio del cuneo contributivo previsti dalla manovra 2024 “comporterebbero un incremento del reddito disponibile familiare rispetto alla legislazione vigente dell’1,5% in media nel 2024 (circa 600 euro annui)”. Lo ha detto il vice capo dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia Andrea Brandolini alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla manovra nel corso dell’ultima tornata di audizioni sulla legge di Bilancio.

Secondo Brandolini, “L’aumento è attribuibile per due terzi all’esonero contributivo, per la restante parte alle modifiche dell’Irpef. Quasi tre famiglie su quattro ne trarrebbero benefici; gli altri nuclei non subirebbero variazioni significative di reddito”. 

Parlando del cuneo però, l’economista ha lanciato un avvertimento: “Lo sgravio contributivo, la voce che assorbe più risorse nell’attuale manovra, ha natura transitoria, come nello scorso biennio, con un impatto limitato al prossimo anno. Per evitare di dover ricorrere tra un anno a bruschi aumenti delle aliquote contributive o a nuovi scostamenti di bilancio, sembra opportuno definire nei prossimi mesi l’orientamento per il medio termine”.

Bankitalia: “L’esclusione dei Btp dall’Isee può alterare scelte di portafoglio”

Dopo aver parlato dell’Irpef e del taglio al cuneo, Brandolini si è concentrato su un’altra importante novità prevista dalla legge di Bilancio 2024: l’esclusione dei Btp dal calcolo Isee, una misura pensata per incentivare l’acquisto di titoli di Stato e riportare una quota sempre maggiore di debito pubblico nei portafogli dei risparmiatori italiani.

“Secondo le valutazioni ufficiali, l’aggravio che ne consegue i conti pubblici, connesso con l’utilizzo dell’Isee per l’erogazione di verse prestazioni sociali legate alla prova dei mezzi, sarebbe estremamente modesto – osserva Bankitalia –  A fronte dell’incentivo all’acquisto di titoli pubblici, questa misura potrebbe alterare le scelte di portafoglio e ridurre l’utilità dello strumento, cui scopo è quello di valutare le effettive condizioni economiche delle famiglie per determinarne l’accesso ai programmi di assistenza sociale”. 

Bankitalia: “Quadro Nadef coerente, ma rischi dalla guerra in Medio Oriente”

“Nelle nostre valutazioni le misure espansive” della manovra “ammonterebbero a 7 miliardi nel 2023, 34,7 nel 2024, 20,9 nel 2025 e 17,8 nel 2026; le coperture sarebbero pari a 3,9 miliardi nell’anno in corso, 19,0 nel 2024, 16,3 nel 2025 e 21,6 nel 2026”, ha spiegato Brandolini.

“Il quadro macroeconomico delineato nella Nadef – ha detto ancora – è nel complesso coerente con gli andamenti richiamati, pur se più difficile da conseguire alla luce delle notizie più recenti. In un contesto di elevata incertezza, sono significativi i rischi al ribasso associati alle tensioni geopolitiche, rafforzate dal conflitto in Medio Oriente, e all’irrigidimento delle condizioni di finanziamento”.

Bankitalia ha sottolineato inoltre che “gli indicatori ad alta frequenza, pur fornendo un quadro ancora largamente incompleto, suggeriscono che l’attività economica rimane debole nel trimestre in corso. Le nuove informazioni non alterano le valutazioni pubblicate lo scorso ottobre dalla Banca d’Italia, secondo le quali la crescita del prodotto si attesterebbe allo 0,7 per cento quest’anno. L’attività si rinforzerebbe gradualmente nel corso del prossimo biennio, grazie soprattutto al recupero del potere d’acquisto delle famiglie, all’irrobustimento degli scambi internazionali e all’attuazione delle misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)”. 

Bankitalia: “Il debito elevato ci rende vulnerabili”

“La decisione di attuare una manovra espansiva, associata a un piano di privatizzazioni, implica che il rapporto tra il debito pubblico e il Pil scenda solo marginalmente nel prossimo triennio”, ha affermato il vice capo dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia che poi ha evidenziato: “L’elevato livello del rapporto è un elemento di vulnerabilità per il Paese; riduce gli spazi di manovra per fronteggiare eventuali shock avversi e alza il costo del debito anche per i prenditori privati, con effetti negativi sulla competitività dell’intera economia italiana”.

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Categories: Economia e Imprese