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Bankitalia commissaria la Banca Popolare di Bari e il Governo si spacca

Imagoeconomica

La Banca d’Italia ha commissariato la Banca Popolare di Bari, il più grande istituto di credito del Mezzogiorno, ma sul salvataggio il Governo si spacca: Italia Viva di Matteo Renzi non ci sta. Via Nazionale ha disposto l’immediato scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e di controllo della banca pugliese e l’ha sottoposto all’amministrazione controllata a causa delle forti perdite patrimoniali registrate. Ajello e Blandini sono stati nominati commissari straordinari.

Sul commissariamento della Popolare di Bari è intervenuto d’urgenza il Consiglio dei ministri che ha ascoltato una relazione del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Il Consiglio dei ministri “ha espresso la determinazione ad assumere tutte le iniziative necessarie a tutelare gli interessi dei lavoratori e a rafforzare il sistema creditizio”. L’idea del Governo è quella di ricapitalizzare il Mediocredito centrale in modo che possa intervenire sulla Popolare di Bari e salvarla. Ma non è detto che sia l’unica via percorribile e bisogna capire chi paga, rilevano i renziani.

Ecco perchè la riunione straordinaria di Palazzo Chigi si è conclusa senza l’approvazione del decreto legge che conteneva interventi straordinari per la banca per l’opposizione di Italia Viva di Matteo Renzi, che dopo essere stato messo sotto accusa da Lega e Cinque Stelle nella scorsa legislatura per gli interventi a favore delle banche, ora non intende avallare salvataggi bancari con soldi pubblici. Renziani e grillini non hanno partecipato alla riunione del Consiglio dei ministri e il premier Giuseppe Conte, rimasto solo con i ministri del Pd e di Leu, non ha potuto far altro che prenderne atto e rinviare il decreto. Ma il tempo stringe perchè il decreto va fatto prima della riapertura dei mercati di lunedì per evitare che la crisi della Popolare di Bari contagi l’intero sistema finanziario.

Ma i renziani sono furiosi. Spiega Luigi Marattin, il responsabile economico di Italia Viva: “Sono tre mesi che litighiamo per 50 milioni della Sugar tax e il 13 dicembre buttiamo un miliardo per salvare una banca dalle difficoltà dovute a come è stata gestita e a chi doveva vigilare? Vogliono farlo quelli che ci definivano amici delle banche, ma a queste condizioni noi non ci stiamo”. Di fronte all’impennata di Italia Viva, che fa tremare il fragile equilibrio del Governo, Di Maio non ha potuto far altro che indurre i ministri grillini ad accodarsi.

Matteo Renzi rincara la dose: “Sembra che il Governo debba mettere dei soldi sulle banche: sorrido sotto i baffi perchè noi non avevamo messo un miliardo per le banche, ma ci hanno fatto un sacco di polemiche. Ora toccheràa M5S farlo. Se bisogna salvare i risparmiatori è giusto farlo, ma chi ha raccontato balle dovrà avere il coraggio di dire alla fine: ‘Abbiamo attaccato Renzi ingiustamente’. Il tempo è galantuomo“. Critica contro il commissariamento della Popolare di Bari si è detta la Lega che ha duramente avversato anche il comportamento del premier Giuseppe Conte: “Conte è un incapace”.

Conte prova a difendersi: “Non tuteleremo nessun banchiere, sollecitiamo azioni di responsabilità: dietro ci sono 70 mila azionisti e tanti creditori. Difenderemo i risparmiatori della Popolare di Bari. Con Italia Viva ho chiarito. Abbiamo obiettivi condivisi. Faremo una banca del Sud per gli investimenti a partecipazione pubblica”. E’ quello che dice anche di Maio, che tenta di recuperare il gol che gli ha fatto ancora una volta Renzi.

Ma c’è proprio bisogno di una banca pubblica per gli investimenti a carico dei contribuenti? Non basta quel che fa la Cdp?

“La banca – dice a sua volta una nota della banca pugliese – prosegue regolarmente la sua attività e la clientela può pertanto continuare ad operare presso gli sportelli”. Ma nulla sarà più come prima.

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