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Bankitalia, chi pagherà le perdite da Covid-19? Consigli per la ripresa

La crisi da Covid-19 richiede una risposta rapida per salvaguardare la capacità produttiva italiana. Su questo ormai sembrano concordare tutti e anche la Banca d’Italia, attraverso uno studio firmato dagli economisti Giorgio Gobbi, Francesco Palazzo e Anatoli Segura, dal titolo “Le misure di sostegno alle imprese post-Covid e le loro implicazioni di medio termine”, è intervenuta nel dibattito. “La ripresa delle attività economiche – sostiene Bankitalia attraverso i suoi esperti – è legata al modo in cui le misure dei governi distribuiscono le perdite tra imprese, banche, famiglie, governi e banche centrali, nonché dalla distribuzione di tali perdite nel tempo. Gli interventi dei governi per mitigare l’impatto della crisi su aziende, famiglie e banche spostano le perdite dal settore privato al bilancio dello Stato”.

Ma le risposte arrivate sinora sono adeguate? “Le garanzie pubbliche sui prestiti sono un efficace strumento per incentivare le banche a concedere la liquidità necessaria alle imprese. Tuttavia, gli effetti a medio termine delle garanzie pubbliche sono più controversi. Infatti alla scadenza di un prestito a garanzia pubblica erogato a un’impresa, la banca avrà meno convenienza a rinnovarlo se non ci saranno le stesse garanzie”, ammonisce la Banca d’Italia, ricordando che oltre alle garanzie dei prestiti è fondamentale attivare misure economiche per una migliore sostenibilità finanziaria dei bilanci delle imprese. “Una parte delle perdite subite dalle imprese non sarà recuperabile e le imprese saranno meno capaci di intraprendere gli investimenti necessari ad accelerare la ripresa economica”, sostiene lo studio.

Il lavoro, consultabile sul sito di Bankitalia, suggerisce tre misure complementari di politica economica, nel breve/medio termine: trasferimenti diretti alle imprese da parte del governo; creazione di un veicolo con capitale pubblico per la ristrutturazione di debiti delle imprese medio-grandi; introduzione di incentivi fiscali per la ricapitalizzazione delle imprese. Il primo è fattibile nel breve termine: “Si tratta – spiegano i tre economisti – di compensare la perdita di fatturato e coprire le spese operative. Trasferimenti aggiuntivi a fondo perduto eviterebbero o ridurrebbero la necessità delle imprese di indebitarsi verso il sistema finanziario. Anche le banche avrebbero meno rischi di perdite sui crediti in essere”.

Il secondo e il terzo suggerimento sono invece più adatti al medio periodo. “I governi potrebbero creare un veicolo speciale per acquistare dalle banche i prestiti concessi per le esigenze di liquidità delle imprese. Il veicolo verrebbe finanziato con risorse patrimoniali pubbliche e con debito a lungo termine collocato sul mercato, con ammontare di capitale sufficiente a rendere i titoli emessi dal veicolo ammissibili ai programmi di acquisto Bce. Infine, il governo potrebbe introdurre incentivi fiscali ad esempio attraverso una ACE rinforzata”.

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Categories: Economia e Imprese