Il numero uno di Cdp risponde duramente alle frasi pronunciate ieri da Cattaneo nel corso di un’audizione parlamentare durante la quale aveva parlato di “richieste irricevibili”, confermabili tra l’altro da testimoni, in relazione al tentativo di arrivare il 51% di Metroweb, oggi OpenFiber. Il top manager di Tim aveva infatti spiegato che, in cambio della quota nella società di tlc sarebbe stato richiesto il 100% di Telecom Sparkle, il cui fatturato valeva circa tredici volte quello di Metroweb.
Cattaneo, in riferimento ai bandi Infratel per la banda ultra broadband nelle aree bianche, aveva inoltre aggiunto: “Non partecipiamo più ai bandi perché riteniamo che siano costruiti in una certa maniera. Se sono costruiti ad hoc, allora per me possono farlo anche senza bando e darlo a chi ritengono più opportuno”.
Parole che non sono andate giù all’ad di Cassa Depositi e Prestiti, Fabio Gallia, che ha risposto duramente, definendo le dichiarazioni di Cattaneo “gravi e false”. Secondo Gallia, la polemica del numero uno di Tim “distoglie dal vero problema che è quello del ritardo dell’Italia nell’infrastruttura digitale, nonché dal fatto che OpenFiber ha avuto un ruolo cruciale nello stimolare la competizione e nell’avviare gli investimenti per la fibra”.
Pronta la controreplica di Telecom Italia, secondo cui le affermazioni di Cattaneo su Metroweb “corrispondono alla verità” e i fatti a cui si riferisce “sono avvenuti in presenza di diversi testimoni, che potranno confermare in ogni sede la proposta dello scambio societario fra Metroweb e Sparkle”.
Ricordiamo che, in merito ai bandi Infratel, era intervenuto mercoledì con durezza anche il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ribadendo che: “Le affermazioni rese oggi dall’Amministratore Delegato di TIM sono gravi ed inaccettabili tanto più in quanto rese in una sede istituzionale. I bandi Infratel, a cui peraltro TIM ha partecipato insieme ad altri operatori, sono stati strutturati nel pieno rispetto delle regole nazionali ed europee. Sono certo che la società tornerà immediatamente ad utilizzare, nei rapporti con il Governo, un linguaggio consono”.